Contributi regionali? In ritardo. E nelle campagne della Sardegna monta sempre più il malumore. Nel dicembre del 2019 – in previsione del riconoscimento ministeriale di Argea come organismo pagatore – la giunta regionale aveva deliberato un Piano straordinario per l’espletamento di pratiche arretrate di premi, contributi ed erogazioni fino al 2019. In vista anche del passaggio tra Argea e Laore. Ma in base a quanto riportato sullo stato di attuazione del Piano, la transizione va a rilento.
La denuncia arriva dagli stessi imprenditori che attendono i ristori per i danni da eventi atmosferici del 2017. Nel mese di settembre la giunta regionale ha incaricato Laore di terminare i procedimenti, trasferendole la competenza di Argea e prevedendo il passaggio di risorse da un’agenzia all’altra. Il 7 novembre Laore ha chiesto in riuso gratuito da Argea il sofware per gestire le istanze, ma nonostante l’accoglimento della richiesta una nota di inizio anno rivela che il trasferimento dell’applicativo informatico non si è compiuto. Emerge così, dal report della task force, che il riuso del sistema informativo “Siti Agri Menu”, di proprietà di Argea, è da definire in particolare sugli aspetti legati al supporto della software house che l’ha realizzato. “Sembra che al momento il sistema informativo sia rimasto in carico, almeno per gli aspetti gestionali, ad Argea”, riferisce ancora il report.
Le pratiche in questione erano 23mila, 9mila con iter istruttorio già avviato e rimaste ad Argea, 14mila passate a Laore, che ne ha mandato in pagamento 9mila sebbene – per ammissione della task force – non è possibile sapere se siano state liquidate. Sulle 5mila ferme Laore aveva richiesto alle aziende un’integrazione documentale. “Al settore serve una riforma che riaccorpi gli enti agricoli sotto un’unica direzione regionale e ridia centralità alla struttura dell’Assessorato dell’Agricoltura”, sbotta l’ex consigliere regionale Tore Piana, presidente del Centro studi agricoli. “Di 23mila domande, solo 14mila erano state assegnate a Laore – aggiunge – le 9mila restate in capo ad Argea non si sa che fine abbiano fatto, perché non risultano istruite? E perché Laore non è più messa in grado di operare?”