Legambiente presenta il suo Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che serve al Paese e individua cinque priorità di intervento per la Sardegna: riduzione del rischio idrogeologico, mobilità sostenibile, bonifiche, transizione energetica, valorizzazione del patrimonio culturale. Tra i progetti da finanziare, Legambiente indica, ad esempio l’ammodernamento della rete ferroviaria con un un nuovo Piano regionale trasporti incardinato sull’intermodalità, la riconversione delle centrali a carbone ancora attive confermando la dead line del 2015 per gli impianti di Portoscuso e Fiume Santo, mettendo in campo un progetto di bonifica. E poi le delocalizzazioni degli edifici a rischio idrogeologico.
“Predisporre l’integrazione tra aree interne e poli urbani, procedere con la bonifica dei siti estrattivi dismessi del Sulcis e delle aree industriali di Porto Torres e Ottana, insieme alla riqualificazione e rilancio occupazionale delle aree industriali e restituire al patrimonio culturale la fondamentale funzione educativa e di cura delle comunità con nuovi investimenti per la valorizzazione e fruizione. Questa è la rotta che la Sardegna deve seguire – afferma Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – e che consentirà anche alla nostra regione di camminare insieme all’Europa intercettando e utilizzando in maniera virtuosa i fondi per la giusta transizione”.