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La Sardegna rimane in zona arancione. La decisione del Tribunale amministrativo regionale ha, questa mattina, decretato che la Sardegna debba rimanere per un’altra settimana in fascia a rischio alto. “Mi dispiace enormemente per gli esercenti, ancora una volta illusi dalla propaganda” denuncia Francesco Agus, consigliere regionale dei Progressisti. “La Regione ha sbagliato tutto: i tempi, i modi, l’organizzazione della trasmissione dei dati e quella degli ospedali. Avevano annunciato che con il ‘bed manager’ sarebbe stato risolto tutto. Invece alla prima prova i conti si sono rivelati sbagliati, proprio riguardo ai posti letto. Il ricorso era solo un modo per far finta di averle tentate tutte. Puro e semplice teatro, con rispetto parlando per attori e operatori gravemente colpiti dalla crisi”.

Il tema e complesso e secondo Agus, “è grave il fatto che l’ultima parola sia stata data ad un giudice amministrativo. Come è possibile chiedere ai cittadini di confidare nella politica quando in questioni come questa Regioni e Stato, parti costituenti della Repubblica, demandano la soluzione delle loro controversie ai tribunali?”. Le misure legate alla zona arancione, sostiene il consigliere, sono sbagliate per la Sardegna di oggi, “almeno quanto è stato sbagliato non prevedere restrizioni nel mese di novembre e lasciare che l’insufficienza dei nostri ospedali facesse in quel periodo morti e feriti. La misura intermedia è prevista dalla legge, certo. Ma è una legge” scrive Agus “che applicata ai casi concreti mostra evidenti lacune e che va corretta. Il rischio alto non si può basare solo su due fattori senza esaminare il contesto nel suo insieme. Data la fine purtroppo non imminente dell’emergenza sanitaria è utile correggere le storture evidenti e semplificare questo sistema”. E conclude: “nei casi dove questo pericolo non c’è e occorre invece contenere il rischio, le misure previste dalla zona gialla sono più che sufficienti. Tutto quello che c’è in mezzo non è comprensibile ai cittadini e, a conti fatti, risulta essere inutile per il contenimento del contagio e dannoso oltremisura per l’economia e per il benessere psicofisico dei cittadini”.

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