Posti vacanti, assegnazioni non effettuate, nomine mai portate a termine, sedi sguarnite: la presenza dei medici di base in Sardegna è ridotta ai minimi termini e sono oltre cento le sedi che non dispongono di un servizio essenziale a tutela della salute delle cittadine e dei cittadini.
Con una interrogazione depositata in Consiglio regionale, i Progressisti invitano presidente e assessore alla sanità a portare avanti tutte le procedure per superare questa situazione, resa ancora più difficile dalla situazione sanitaria in corso.
In particolare, sottolineano i Progressisti nel documento, sono necessarie la pubblicazione del decreto per l’individuazione delle zone carenti di medico di assistenza primaria relative all’anno 2020, che si sarebbe dovuto approvare entro lo scorso marzo, la predisposizione e la pubblicazione del bando per l’assegnazione degli incarichi degli anni 2018 e 2019 nel rispetto della graduatoria unica regionale, l’assegnazione e quindi la copertura dei posti attualmente vacanti attraverso le apposite graduatorie.
Tra le comunità in sofferenza, a esempio, c’è Tonara: sono 400 gli abitanti senza medico, perché uno dei due titolari è andato in pensione senza essere mai sostituito mentre l’altro presente è al massimo dell’utenza possibile.
«Tra i casi eclatanti i Comuni di Sadali e Ussassai, dove non c’è un medico di base stabile da tre anni», sottolinea Maria Laura Orrù, prima firmataria dell’interrogazione: «Ma sono numerosi i Comuni che non possono contare su un medico di base di ruolo e vanno avanti da tempo grazie a soluzioni precarie, con tutte le conseguenze per gli abitanti dei centri interessati privati di un servizio fondamentale».