Secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Dopo le alte cariche istituzionali di ieri oggi sarà la volta al Colle di Pd e Italia Viva. Ma la situazione non sembra avviata, almeno per ora, ad alcuna schiarita. Restano le distanze tra i partiti soprattutto sul nome del premier. Con una precisazione che arriva, prima dell’avvio delle consultazioni, dal segretario Dem Nicola Zingaretti via Fb: “Non abbiamo nessuna intenzione di chiuderci nelle nostre stanze a cercare un governo a qualunque costo. Non è questa la nostra storia e non è questo che serve alla nazione. Prendiamoci cura dell’Italia e credo che la cura giusta sia un governo di legislatura, europeista, repubblicano, che rilanci lo sviluppo, socialmente giusto e attento agli ultimi. Un governo attento alla salute e al futuro degli italiani. Questa crisi non l’abbiamo voluta noi. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Ripeto. L’Italia può e deve guarire”.
- “Ci vuole serietà, non vado al governo a tutti i costi: la parola va data agli italiani: l’unica alternativa è un governo di centrodestra oppure si deve andare al voto” . Così il leader della Lega Matteo Salvini. “Confidiamo – ha aggiunto – in Mattarella, che speriamo non tolleri ancora a lungo questo teatrino, con la caccia disperata al viandante. L’italia non lo merita”.
- Autonomie – La prima forza politica a salire al Colle è il gruppo delle Autonomie. “Abbiamo una preferenza per un eventuale Conte Ter. Abbiamo avuto una buona esperienza con Conte che ci ha sempre dato una mano. Pensiamo sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti che formano questo governo e senza di lui è difficile avere una stabilità”, ha detto Julia Unterberger del Gruppo “Per le Autonomie” al Senato al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica. “Abbiamo confermato al presidente Mattarella il sostegno per qualsiasi formazione purchè sia fortemente europeista e abbia nel programma la tutela delle minoranze linquistiche e delle autonomie speciali. Il Paese non ha bisogno di una crisi. Si deve trovare una soluzione politica e non un governo tecnico”, ha aggiunto. Ora è la volta del gruppo Misto.
- Misto Senato – “Abbiamo con molta chiarezza dato la nostra indicazione nel senso del presidente Conte: riteniamo indispensabile e necessario costruire intorno a lui e rinforzare la maggioranza e certamente allargarla su temi molto chiari e per portare a compimento il recovery fund. E’ necessario per il Paese che Conte possa continuare in Ue il lavoro importante che è stato fatto ed ha prodotto cambiamenti”, dice Loredana De Petris del Gruppo Misto al Senato al termine dell’incontro al Quirinale con il quale è andata insieme anche al leader di Leu Pietro Grasso. “Il nostro giudizio sull’affidabilità di Iv è abbastanza critico – ha aggiunto – non possiamo essere alla mercè di posizioni poco chiare e comprensibili e poco collegate all’azione di governo. Bisogna garantire la stabilità senza continue contrattazioni”. “Questa crisi ha lo scopo di scompaginare il quadro politico e spaccare una maggioranza che ha dimostrato di lavorare bene. L’alleanza tra il Movimento Cinque Stelle, il Pd e Leu va difesa non solo per il presente ma per il futuro. Non consentiremo che i giochi dei prossimi giorni mettano in discussione questa prospettiva”, prosegue Grasso.
- Misto-Radicali +Europa – “Abbiamo manifestato al presidente Mattarella con chiarezza che non siamo disponibili a nessun tipo di continuità ma siamo disponibili a discutere di contenuti con un nuovo eventuale presidente incaricato con un autorevole profilo europeista e riformatore con una maggioranza più ampia e pari a quella che nella Commissione Ue sostiene Ursula Von Der Leyen”, dichiara invece Emma Bonino di +Eu al termine dell’incontro al Quirinale.
- Misto Camera – “Abbiamo manifestato al presidente Mattarella una generale preoccupazione per una crisi che non ci voleva, Come componente delle minoranze linguistiche auspico la formazione di un governo stabile con maggioranza solida. Per noi è essenziale che sia un governo europeistico con una sensibilità molto alta per le autonomie e le minoranze linguistiche”, dice il dpeutato Manfred Schuullian al termine dell’incontro al Quirinale. “Serve una maggioranza stabile che guarda alla Ue. Un reincarico a Conte ci sembra necessario in quanto unico punto di equilibrio possibile in questa legislatura. Ci affidiamo alla saggezza del presidente Mattarella che si è dimostrato capace di iniziative adeguate”, osserva Bruno Tabacci della componente Centro democratico.
- Gli ‘Europeisti’ – “Abbiamo come punto di riferimento il premier Conte: per noi è l’unica soluzione per poter continuare ad andare avanti in questa legislatura”, dice Ricardo Merlo al termine dell’incontro al Quirinale. “Un reincarico a Conte è necessario. In questa pandemia lui è già ‘up to date'”, aggiunge Gregorio De Falco.
Ora le consultazioni riprenderanno nel pomeriggio con le delegazioni di Leu, di Italia Viva e del Pd
Ma nel frattempo zero contatti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Un semplie dato di cronaca che dà la misura di quanto sia avvitata la crisi. La situazione, osservano in ambienti del Quirinale è “molto complicata”. E in Parlamento si avvertono accenti ancor più preoccupati. Perché l’operazione ‘responsabili’ finora sembra fallita nell’intento di procurare numeri in più al Senato. I gruppi di Italia Viva sembrano restare ancora essenziali per formare un governo. Ma Renzi e i suoi continuano a usare parole assai dure, dando corpo a chi sostiene che sostituire il premier uscente sia “l’obiettivo vero di Renzi”.
Sia da Iv che dal M5s smentiscono che contatti siano in corso tra il senatore di Rignano e Luigi Di Maio per portare il ministro degli Esteri a Palazzo Chigi. Ma una fonte renziana a taccuini chiusi dice che “una sintonia ci può essere” su un nome alternativo a Conte. Quando ancora il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è entrato nel vivo degli incontri con i partiti, in Parlamento si diffonde l’ipotesi che, per la difficoltà di comporre il caos nella potenziale maggioranza, il capo dello Stato possa affidare un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. Una voce, nulla di più. Anche perché, se l’obiettivo fosse far sedere allo stesso tavolo Conte e Renzi per provare a superare l’apparente incomunicabilità, il mandato esplorativo potrebbe essere affidato allo stesso premier uscente. In alternativa, se una maggioranza si materializzerà con più chiarezza, a Conte potrebbe andare un vero e proprio reincarico, con l’obiettivo di trovare l’accordo su un nuovo programma e una squadra di governo.
La delegazione di Iv al capo dello Stato dovrebbe ribadire la disponibilità a sedersi al tavolo di maggioranza, anche con Conte premier incaricato, “senza veti”. Ma dovrebbe anche sottolineare l’assenza di contatti e segnali da Palazzo Chigi: “Le nostre domande sono note, le risposte di Conte mai pervenute. Il nostro sostegno è legato a una forte discontinuità nel metodo e nel merito”, dice un dirigente del gruppo.
A Palazzo Chigi continuano a non fidarsi affatto di Renzi, anzi a pensare che abbia disseminato già il percorso verso il Conte ter di trappole. Ma il barometro sulla possibilità di poter fare un tentativo vero sembra volgere un po’ più al positivo, anche perché gira voce di una trattativa in corso con un ‘big’ di Forza Italia per il passaggio tra gli Europeisti. Ma soprattutto, rassicura il discorso di Nicola Zingaretti in direzione Pd, che anche Conte avrebbe ascoltato in diretta streaming. Il segretario Pd, che ha favorito con un “prestito” Dem la nascita della quarta gamba “Europeista”, indica fino alla fine un tentativo convinto per il Conte ter, tiene in campo – non auspicandolo – lo scenario delle urne, punta il dito contro l’inaffidabilità di Renzi. I Dem sono divisi sulla imprescindibilità o meno di Conte. Ma in una direzione assai stringata e preceduta da contatti serrati tra le correnti, convergono su una linea compatta per garantire un tentativo forte sul Conte ter. Su cosa fare se fallisse le idee divergono.
Anche Di Maio garantisce di non lavorare a subordinate. Ma tra i Cinque stelle c’è chi afferma che subordinate possibili ce n’è più d’una. La partita è lunga, le prime battute si giocano a carte coperte, serpeggiano sospetti e veleni. Il fatto che il Pd punti così decisamente su Conte, ad esempio, da alcuni alleati di maggioranza – di Iv e M5s – viene interpretato come una mossa per “mandare a sbattere” il premier. Tra i Dem c’è chi teme che il vero obiettivo, d’intesa con Conte, sia andare alle elezioni. Lo spauracchio delle urne sembra ancora quello in grado di scompaginare i giochi al ‘secondo giro’, se l’avvocato dovesse fallire. Renzi sarebbe pronto a sostenere Di Maio, non è un mistero. Ma Maria Elena Boschi rispolvera anche il nome di Paolo Gentiloni, che negli scenari potrebbe tornare da Bruxelles per lasciare il posto a Conte come commissario europeo. In chiave “maggioranza Ursula” continuano a citarsi, nonostante le nette smentite dei diretti interessati, i nomi di Lorenzo Guerini e Dario Franceschini. E poi le opzioni tecniche, in chiave larghe intese o governo elettorale: da Carlo Cottarelli a Marta Cartabia. Ma sottotraccia si parla anche già di ministri. Alessandro Di Battista – si dice – potrebbe entrare al governo con un Conte ter. Fabio Panetta viene ‘quotato’ come ministro dell’economia. Ma con quale premier? E’ ancora un mistero.