A Gennaio del 2020 è diventato operativo anche il CPR di Macomer in Sardegna che ad oggi ha a disposizione 50 posti, passibile di ampliamento a 100 in cui si evidenziano molte criticità che caratterizzano i CPR in merito di corrispondenza telefonica con l’esterno, accesso alle informazioni, in una condizione di sostanziale invisibilità. Un luogo dove, nel solco di quanto già evidenziato nei rapporti del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale con riferimento ad altre strutturesi sono verificate proteste, episodi di autolesionismo e almeno un tentativo di suicidio e non risultano attuate tutte le garanzie previste a tutela del diritto fondamentale alla libertà personale e permangono inadeguate condizioni di trattenimento.

Nel corso di questi anni si è lavorato per garantire l’accesso a tali centri da parte delle associazioni che svolgono attività di tutela dei diritti umani fondamentali e dei diritti dei cittadini stranieri, attraverso l’invio di istanze di ingresso e visita nei luoghi di detenzione da parte di delegazioni ASGI.

ll 22 settembre 2020 la richiesta di accesso e visita nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Macomer, presentata dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, era stata rigettata dal Prefetto di Nuoro, sulla base del parere del Ministero dell’Interno, in quanto ritenuta per i propri scopi statutari, non rientrante tra i soggetti ammessi all’accesso presso i Centri di Permanenza per il Rimpatrio. Quindi a fronte del rigetto opposto ASGI ha presentato ricorso al TAR Sardegna.

Con ordinanza n. 00004/2021 il Tribunale Amministrativo ha riconosciuto fondata la richiesta cautelare avanzata da ASGI ordinando alla Prefettura di Nuoro di riesaminare il provvedimento di rigetto. 

Il Tribunale ha riconosciuto come “gli scopi statutari dell’associazione ricorrente collimano, almeno in parte, con le finalità delle visite consentite nei centri” rientrando tra gli scopi dell’associazione l’assistenza legale e giudiziaria per l’affermazione e la tutela dei diritti e degli interessi dello straniero.

Tale decisione appare di fondamentale importanza nel contrastare la discrezionalità operata dalla pubblica amministrazione nel consentire l’accesso ai luoghi di confinamento dei cittadini stranieri. In attesa di nuovi riscontri da parte delle autorità competenti, si continua a monitorare quanto avviene in questi luoghi parte integrante del sistema di gestione delle migrazioni che si è stratificato nell’ordinamento italiano negli ultimi tre decenni.

(Fonte Asgi)