“Non è accettabile che in Sardegna un’intera comunità possa rimanere senza il medico di base. Per questa ragione, ho portato nell’aula di Montecitorio la drammatica situazione vissuta dai cittadini di Ussassai. Nel piccolo paese ogliastrino, i cittadini non hanno il medico di base. 500 persone, uomini e donne, anziani e bambini, sono state lasciate sole dall’azienda sanitaria che dovrebbe tutelarle”. Lo dichiara la deputata e componente della Commissione affari sociali e sanità Mara Lapia, che ieri sera è intervenuta a Montecitorio per denunciare quanto sta accadendo in Ogliastra.
“Se un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno, ma ciò che nessuno può toglierti, allora perché agli ussassesi è stato tolto il diritto alla Salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione?” insiste la parlamentare, che alla Camera ha ripercorso la vicenda sottolineando la protesta degli ussassesi che due giorni fa hanno scelto di disertare lo screening voluto da Regione e Ats. “Dal 1 gennaio 2021 – sottolinea Lapia -, in piena pandemia e dopo tre anni di servizi discontinui, la porta dell’ambulatorio del paese è sbarrata. Il sindaco Francesco Usai, al quale va tutto il mio sostegno, ha denunciato pubblicamente la situazione e, con tutti i cittadini, ha rifiutato di sottoporsi al monitoraggio di massa sul Covid 19. A nulla, sinora, sono servite le promesse dell’assessore regionale alla Salute Nieddu e dei vertici Ats, nascosti dietro quella che ormai è diventata una scusa buona per ogni occasione: la mancanza di medici disponibili”.
Per la deputata la soluzione c’è ma, incomprensibilmente, non è mai stata attuata e riguarda la sua richiesta di dichiarare Ussassai zona disagiata . “A oggi – è la conclusione della parlamentare -, è indispensabile che il paese venga considerato zona disagiata, in modo da incentivare economicamente l’arrivo del medico. Non si può perdere altro tempo: la Regione ha il dovere di garantire l’inalienabile diritto alla salute degli ussassesi, che non sono cittadini di serie B”.