vaccino

“Come mai diverse dosi di vaccino anti Sars-Cov2 sono state spostate da un ospedale all’altro?” Se lo chiede “con preoccupazione” l’Organizzazione Sindacale FIALS in una nota stampa destinata al presidente della Regione Solinas, all’assessore alla Sanità Nieddu e al Commissario straordinario dell’Ats Sardegna Temussi.

La Fials si domanda a cosa è dovuto “lo spostamento di una parte di dosi (non è dato sapere il numero) avvenuto dall’ospedale Binaghi di Cagliari al San Marcellino di Muravera (sede di vaccinazione prevista o aggiunta?) il giorno 8 gennaio di mattina, con conseguente rinvio del già approvato programma di vaccinazione di parte del personale sanitario dipendente del 118 di Cagliari”.

“Stessa situazione – continua il comunicato – per parte delle dosi dell’ospedale ‘Ns Signora di Bonaria‘ di San Gavino Monreale, che parrebbero essere state spostate invece all’ospedale Binaghi di Cagliari sempre il giorno 8 gennaio ma di pomeriggio, per poi fare rientro al nosocomio di partenza il giorno successivo (quante dosi rientrate?)”. Insomma, sottolinea il sindacato, “anche in questo caso, regolare crono programma alterato e diverse vaccinazioni rinviate ai giorni successivi oppure a nuovo approvvigionamento da indisponibilità sopraggiunta”.

Durante questi spostamenti, si chiede ancora la Fials, “il trasporto dei vaccini è avvenuto secondo il rispetto della normativa vigente ovvero l’applicazione delle linee guida che ne garantiscono la corretta integrità? Vengono sbandierate a cadenza giornaliera, su stampa, televisione e social media cifre sul numero dei vaccinati, ma siamo sicuri che effettivamente le dosi siano state tutte somministrate? Oppure si trovano ferme in qualche frigorifero aziendale? Il sacro principio della Trasparenza è stato rispettato?”.

“Il tutto” conclude la nota stampa “mentre aumenta a livelli vertiginosi il malcontento di tutto il personale sanitario impegnato quotidianamente nella lotta al COVID 19, che parrebbe mormorare il fatto che diverse dosi siano state praticate a personale “non sanitario di turno” anziché agli aventi diritto”.