E’ una protesta silenziosa quella dei cittadini di Ussassai, paese di montagna di 550 abitanti in Ogliastra, dove ha preso il via la seconda fase dello screening di massa “Sardi e Sicuri”. Stamattina davanti alla palestra comunale i cittadini si sono presentati in forze ma non sono entrati per eseguire il test antigenico della campagna “Sardi e Sicuri”.
Un vero e proprio flash mob con tutta la popolazione di piazza – in prima fila il sindaco del pese – per richiedere la nomina del medico di base che manca da tre anni. Proprio oggi la Assl di Lanusei ha comunicato che non essendo i stata nessuna candidatura “il bando resterà aperto in permanenza, sino ad eventuale candidatura di qualche Medico che voglia farsi carico della zona carente di Seui-Ussassai”.
Questa è la quarta campagna di screening avviata nel paese da novembre: due promosse dall’amministrazione comunale e l’ultima dalla Regione. Iniziative che hanno sempre accertato che la popolazione ussassese è covid free. Ma oggi i cittadini si sono rifiutati di farsi testare. “La protesta è l’unica arma che resta ai miei cittadini per avere un po’ di visibilità, esasperati da tre anni senza un servizio fondamentale per il diritto alla salute – ha detto all’ANSA il sindaco Francesco Usai – E’ dal 2018 che ci dicono che arriva il medico invece l’Ats fa interventi tampone per qualche mese e torniamo punto e a capo. Ora dall’1 gennaio siamo del tutto sguarniti e qui si rischia di morire per una peritonite non per il coronavirus. La maggior parte della popolazione è anziana e per trovare il primo medico bisogna andare a Seui a 16 Km e superare un valico a 1000 metri. Molti anziani non hanno la macchina e ogni volta è un problema enorme: in certi paesi dell’Africa sono serviti meglio di noi”.
“La protesta – tiene a precisare il primo cittadino – non è contro i tamponi: qui quasi tutti si sono sottoposti allo screening una settimana fa e questa è la quarta volta che lo proponiamo senza mai aver riscontrato una positività al virus. E’ solo che qui la gente è esasperata, c’è molta rabbia: abbiamo diritto a un medico come ne hanno diritto a Milano perché anche noi paghiamo le tasse. Così si sta agevolando spopolamento. Già abbiamo tanti servizi tagliati: nella scuola funzionano le pluriclassi, la Posta arriva tre volte a settimana, la Banca funziona due volte ogni sette giorni. Insomma basta, così ci stanno invitando ad andarcene. Ma noi resistiamo”, conclude il sindaco.