Sono 26 le organizzazioni politiche, le associazioni e i sindacati che hanno firmato l’appello intitolato “Contra a s’ocupatzione militare! Solidarietà con tutte e tutti gli indagati dell’Operazione Lince”.
L’obiettivo dei firmatari è duplice: da un lato tornare nuovamente in piazza, stavolta a Cagliari, per ribadire la contrarietà ai poligoni militari e alle esercitazioni; dall’altra manifestare solidarietà ai 45 indagati e indagate dalla Procura di Cagliari per il loro impegno nella lotta contro le basi.
«Il movimento sardo contro le basi, le esercitazioni e l’occupazione militare è una realtà variegata ed eterogenea – spiegano le ventisei organizzazioni firmatarie dell’appello – e, a partire dalla grande manifestazione di Capo Frasca del 13 settembre 2014 ha vissuto una nuova fase di espansione. Appena due settimane prima del ritorno unitario a Capo Frasca, nel 2019, vennero rese pubbliche le denunce a carico di 45 militanti del movimento sardo contro le basi: accuse pesantissime e inverosimili che arrivano fino al terrorismo e all’associazione eversiva (art. 270 bis), per aver partecipato alle manifestazioni che si svolsero nei pressi dei poligoni militari dal 2015 al 2017. Molti di noi pensarono che quello strano tempismo non fosse affatto casuale, ma che mirasse a spaventare il movimento».
«Ora quelle 45 persone – proseguono i firmatari – si troveranno davanti ad un giudice per aver preso parte alle lotte contro le basi militari e noi intendiamo dimostrare piena solidarietà e sostegno verso tutti e tutte loro, costruendo un’altra dimostrazione di unità per ribadire che non abbiamo niente da temere e che non accetteremo mai passivamente i poligoni e le esercitazioni militari nella nostra terra».
Per questo le ventisei organizzazioni annunciano per il 27 gennaio, giorno della prima udienza legata all’operazione Lince, una manifestazione a Cagliari, in piazza Repubblica davanti al Palazzo di Giustizia. «Invitiamo tutti i sardi a partecipare – si legge nell’appello – per esprimere la propria solidarietà verso gli attivisti e le attiviste coinvolte e per dimostrare la propria contrarietà alle esercitazioni militari e ai poligoni che occupano la nostra terra».
Inoltre, le ventisei organizzazioni annunciano la propria partecipazione al presidio che si terrà il 19 gennaio sempre di fronte al Tribunale di Cagliari, in occasione dell’udienza sulla richiesta di sorveglianza speciale per cinque dei 45 indagati e indagate. «Se tale richiesta venisse accolta gli imputati si vedrebbero privati per anni della propria libertà personale, col divieto di partecipare ad iniziative politiche e di uscire di casa, pur in assenza di condanne e senza essere riconosciuti colpevoli di alcun reato».
Questi i nomi delle ventisei organizzazioni firmatarie:
- A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna
- Ardauli Antifascista
- Assemblea Permanente Villacidro
- Associazione Libertade
- Associazione Sarda Contro l’Emarginazione
- BDS Sardegna
- Caminera Noa
- Casa del Popolo – Bosa
- Centro Sperimentazione Autosviluppo – Iglesias
- COBAS Sardegna
- Collettivo Furia Rossa – Oristano
- il Manifesto Sardo
- Liberu – Lìberos Rispetados Uguales
- Movimento Nonviolento Sardegna
- Movimento Omosessuale Sardo
- Potere al Popolo – Sardegna
- Progres – Progetu Repùblica de Sardigna
- Rete Antifascista Sulcis Iglesiente
- Rete Kurdistan Sardegna
- Sardegna Palestina
- Sardegna Pulita
- Sardigna Libera
- Sardigna Natzione Indipendèntzia
- Spazio Antifascista – Nuoro
- Partito Comunista Italiano – Federazione Cagliari
- USB Sardegna