nucleare scorie

Il Comitadu NonucleNoscorie, dopo la battaglia referendaria del 2011 contro lo stoccaggio di scorie nucleari in Sardegna, è pronto ad alzare il livello di guardia e chiede ai sardi di tenersi pronti alla mobilitazione di massa, riservandosi, sin da subito, si indire della manifestazioni di piazza, nel rispetto dei vari Dpcm.

E’ quanto si legge in una nota del Comitato in merito alla possibile individuazione della Sardegna come sito per il Deposito Unico per le Scorie Nucleari. Il Comitato, che aveva riunito non solo le varie anime indipendentisti ma anche parte della società civile isolana attorno al No referendario, dice al governo “che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo: volontà di indisponibilità al nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali: Referendum, Leggi e Ordini del Giorno Regionali, Delibere dei Comuni e delle Province, Determinazione della Conferenza Episcopale Sarda”. Inoltre chiarisce anche che, “nel principio del ‘ne quì ne altrove’, è pronto a collaborare con gli altri siti individuati dalla carta Cnapi della Sogin che intendono rifiutare il gravame nucleare”.

Accanto la Corona de Logu, assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi, esprime la sua assoluta contrarietà al progetto: “Niente e nessuno potranno convincere il nostro popolo a sobbarcarsi il peso della custodia dei rifiuti nucleari – osserva – Un popolo mai consultato e mai ascoltato sulle questioni che più contano e lo riguardano rigetta senza alcun appello il progetto di Roma. Tocca ai sardi decidere del proprio destino. Basta con l’imposizione di politiche dall’alto”. E tra i sindaci interessati, la prima cittadina di Guasila (Sud Sardegna), Paola Casula, sostiene la dichiarazione del 2017 di Comune “denuclearizzato” e spiega che “la sottrazione di 241 ettari all’agricoltura, così come risulta dalle carte pubblicate, comporterebbe per un paese a vocazione agricola un grosso danno economico, oltre all’elevato rischio relativo alla salute”.

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