“Questa mattina la Sogin SpA, la società che si occuperà dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, con autorizzazione del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell’Ambiente ha pubblicato la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per lo smaltimento delle scorie nucleari. Tra le aree ritenute potenzialmente idonee compare anche la Sardegna”. Così LiberU – Lìberos Rispetados Uguales in una nota.
“Per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti – continua la nota – nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un ‘Parco Tecnologico’, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavoro”.
“La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane, di una produzione energetica del passato, inquinante e pericolosa” sottolinea LiberU. “Una produzione energetica di cui la Sardegna non ha mai in alcun modo beneficiato, né in termini occupazionali, né di sviluppo economico e tantomeno di profitti, ma ora si pretende che si debba incaricare dello smaltimento dei rifiuti radioattivi”.
“I comuni indicati dalla Sogin come potenziali candidati ad ospitare i rifiuti sono: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villmar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus. Invitiamo con la massima urgenza tutte le amministrazioni e la popolazione di tutti i suddetti comuni a fare una dichiarazione pubblica di totale indisponibilità ad accogliere le scorie nucleari” prosegue. “Invitiamo tutte le amministrazioni comunali della Sardegna ed il Consiglio regionale, ad inviare al governo italiano una comunicazione di totale indisponibilità della Sardegna ad ospitare le scorie nucleari, a qualsiasi condizione. Invitiamo tutto il popolo sardo alla mobilitazione per la difesa delle proprie decisioni, democraticamente espresse nei referendum sul nucleare del 2011 con oltre il 97% di contrarietà a qualsiasi ipotesi di stoccaggio in Sardegna”.
E conclude: “Nessuno, e per nessun motivo, può mettere in discussione una chiara decisione democratica del popolo sardo, perciò chiamiamo tutti i cittadini alla più strenua difesa della nostra democrazia, della nostra salute, della nostra amata terra”.
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