Il ritorno sui banchi di scuola, previsto per il 7 gennaio, si avvicina ed è pronta una nuova ricetta per la riapertura degli istituti senza che si creino assembramenti: orari flessibili, più mezzi di trasporto e più controlli, anche con l’aiuto dei volontari, per evitare la ressa davanti ai cancelli. La situazione più complessa in Sardegna è quella della Città metropolitana di Cagliari: istituti tecnici, professionali e artistico-musicali entreranno alla solita ora, mentre per i licei l’ingresso subirà uno slittamento proprio per scongiurare che tutti si muovano sugli stessi pullman.
La missione rientro è stata elaborata in questi giorni con tavoli convocati dai prefetti. “Abbiamo cercato – spiega il direttore provinciale di Cagliari dell’Ufficio scolastico, Peppino Loddo – di limitare i disagi per le scuole, tenendo presenti le esigenze di alcune tipologie di istituti con attività e orari complessi: la flessibilità avrebbe costretto, in alcuni casi, a trattenere i ragazzi sino al pomeriggio. E questo lo abbiamo evitato. Così come abbiamo evitato che all’interno di una stessa scuola ci fossero orari di ingresso diversi”.
Nella popolazione scolastica della Città metropolitana 7.471 studenti dovranno cambiare orario di ingresso e uscita con posticipo di un’ora, mentre gli altri 13mila seguiranno il solito tran tran. Sempre tenendo conto che la didattica in presenza sará in questa prima fase al 50 per cento. Il liceo Dettori, ad esempio, si è organizzato così: due giorni in aula, due giorni davanti allo schermo del computer. Giusto per non perdere mai il contatto per troppo tempo con lo sguardo dei professori. Ma, sempre nella Città metropolitana, la nuova mappa è stata disegnata tenendo conto anche delle zone. Così, in via Vesalio gli studenti del Convitto entreranno a un’ora diversa rispetto a quelli del Pertini. E, in centro, Eleonora d’Arborea e Dettori si regoleranno a staffetta: un mese a testa con orario flessibile. I trasporti rimangono il nodo principale da sciogliere.
“Siamo pronti ad accogliere i ragazzi, i problemi della diffusione del Covid non sorgono a scuola, ma fuori – chiarisce Anna Maria Maullu, presidente dell’associazione dei presidi sardi e dirigente scolastica del Pertini – Vediamo come va: bus e pullman restano un punto interrogativo, ma c’è anche da risolvere la questione del tracciamento”. Nelle riunioni di questi giorni nelle varie Prefetture dell’Isola, è emersa con chiarezza l’esigenza di potenziare il servizio di trasporti scolastici: nella Città metropolitana di Cagliari saranno circa un centinaio i mezzi in più messi a disposizione degli studenti. Ma la vera novità riguarda il controllo “a terra” alle fermate dei bus. E, naturalmente, davanti alle scuole. L’obiettivo è evitare contatti troppo ravvicinati tra i ragazzi prima e dopo le lezioni per non vanificare le regole sul distanziamento che invece si seguono in classe. Per queste verifiche si pensa a coinvolgere il mondo del volontariato, magari sotto la regia dei sindaci dei singoli comuni. Gli impegni contenuti nel documento operativo uscito dal tavolo in Prefettura sono validi non solo per la fase del rientro del 50% ma anche per quella, successiva al 15 gennaio, inerente il rientro del 75% della popolazione studentesca.
“Mantenere Dad e potenziare bus”, petizioni online
Una petizione con oltre 330 firme per chiedere un trasporto pubblico adeguato per rientrare in sicurezza nelle scuole sarde il 7 gennaio. Ma c’è anche un sindacato, l’Unsic, che chiede al Governo di annullare il ritorno in aula proseguendo con la Dad, un metodo in questo momento ritenuto più sicuro. “Riaprire – spiega la sigla rivolgendosi anche al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas – equivale alla certezza di ricominciare con tamponi, contagi, quarantene, sanificazioni, discontinuità didattica, ricreazione chiusi in classe e un clima generalizzato di ansia e preoccupazione. Tutto ciò accentuato dalle prime influenze stagionali e dalla consapevolezza che basterebbe qualche altra settimana per riaprire in una condizione resa migliore dalla crescita delle vaccinazioni e dai primi farmaci monoclonali”.
Per quanto riguarda i trasporti, l’invito dei 330 firmatari è indirizzato al governatore Solinas, ma anche all’assessore alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu e all’assessore ai Trasporti Giorgio Todde. “Il 7 gennaio è previsto il rientro a scuola per migliaia di studenti sardi delle scuole superiori. Ad oggi però – denunciano i promotori della sottoscrizione – non è chiaro come e in che modo debba avvenire questo rientro e in che modo sono stati potenziati i trasporti pubblici utilizzati anche da tanti lavoratori pendolari”. La paura è che proprio dalla mancanza del rispetto delle norme anti-Covid possa diffondersi una nuova ondata epidemica.
“Nessuno – avvertono – vuole il ripetersi dei viaggi con gli studenti ammassati nei mezzi di trasporto come è successo nei primi mesi di scuola, perché questo comporterebbe un grave rischio per la salute di tutti e in particolare dei nostri cari nonni, dei nostri genitori e degli anziani, che costituiscono il pilastro della nostra società sarda”. Appello accorato: “Il futuro parte dalla scuola e non dimentichiamo che oggi ad essere penalizzati sono studentesse e studenti costretti a partire da casa la mattina prestissimo e a rientrare solo a tarda sera, perché impegnati nelle ore destinate alle attività laboratoriali o nell’alternanza scuola-lavoro. Questo ha delle gravissime ripercussioni sul rendimento scolastico in una Regione come la Sardegna in cui il tasso di dispersione scolastica in alcune aree sfiora il 50%”.