L’ordinanza con cui tre giorni fa Nicola Spanu, vicesindaco di Bono, nel Sassarese, aveva dato stop alle messe in tutte le chiese cittadine sino al 17 gennaio, non ha più alcuna validità. Ieri sera all’amministratore locale è stato notificato l’annullamento straordinario governativo disposto dalla prefetta di Sassari, Maria Luisa D’Alessandro, dopo aver chiesto e ottenuto a tempo di record il placet ministeriale.

Sollecitata anche dal perentorio intervento del vescovo di Ozieri, che aveva bollato il provvedimento del vicesindaco come “un’indebita e grossolana ingerenza”, e sfumato ogni tentativo diplomatico, la rappresentante governativa nel Nord Sardegna si è rivolta a Roma, chiedendo l’annullamento sulla base di almeno due elementi di natura formale e di merito a quell’atto con cui si disponeva anche la chiusura del cimitero comunale sino alla stessa data, col singolare effetto che dal 7 gennaio e per dieci giorni a Bono si sarebbe potuto andare al bar ma non in chiesa o a visitare i morti.

Per prima cosa, la prefetta ha evidenziato la mancanza nel testo dell’ordinanza della motivazione per cui il documento non veniva firmato dal sindaco ma il suo vice. Ma ha anche sottolineato come quell’atto valicasse gli accordi più recenti tra governo italiano e Vaticano in tema di funzioni religiose e sicurezza sanitaria. L’intervento di D’Alessandro ha effetto immediato.

Notizia di riferimento:

Stop alle messe a Bono. Vescovo contro l’ordinanza del vicesindaco