“Finalmente si incentiva e premia la capacità di differenziare i rifiuti secondo il principio che chi più differenzia meno paga, penserete voi” prosegue la consigliera nella nota.
Ma c’è un ma. “In realtà – spiega – il sistema pensato dall’Amministrazione non lascia ben sperare: la scelta, infatti, riguarda solo la porzione del secco, che quando si differenzia correttamente è davvero poca”. Secondo la consigliera, “pagheremo in ogni caso per un minimo di 26 esposizioni all’anno (grosso modo come se esponessimo il mastello una volta ogni due settimane) e chi si è organizzato con ditte esterne per la movimentazione dei bidoni condominiali dovrà adeguarsi alla nuova gestione, che prevede contenitori individuali per ogni singolo nucleo familiare”.
“Non oso immaginare cosa diventerà un quartiere come San Benedetto nei giorni di esposizione del secco – lamenta – con centinaia di bidoni a occupare i marciapiedi. Il rischio, poi, è che per liberarsi del secco e pagare meno, tanti oggi virtuosi inizino a buttare il secco nell’umido o in altre frazioni”.
In campagna elettorale, “sull’appalto dei rifiuti abbiamo sentito di tutto: che era uno scandalo, mal pensato, inattuabile e ingiusto. Che avrebbero rivisto le clausole del contratto e persino rimesso i cassonetti. Di quanto promesso non si è visto niente” sottolinea la Ghirra “ma nella letterina si evidenziano i vantaggi del nuovo sistema: la differenziata è passata dal 29% del 2017 al 69% del 2020 e per la prima volta non pagheremo penalità. Le tonnellate di secco sono passate da 63 mila del 2017 a 18 mila del 2020, con risparmio di denaro (esattamente 8,235 milioni di euro, 183 a tonnellata) e di emissioni inquinanti”.
In conclusione, “vero è che il sindaco non ha firmato la missiva, mandata genericamente a nome dell’Amministrazione comunale” ma “chissà se dal prossimo anno pagheremo meno, e soprattutto se Cagliari tornerà a essere una città pulita e decorosa. Da tutti i punti di vista”.