L’ospedale da campo della Croce rossa italiana, situato all’esterno del San Francesco di Nuoro, è finalmente operativo, con una capienza massima di 20 posti letto Covid.
Già nel pomeriggio è previsto l’arrivo dei primi tre pazienti. L’ospedale da campo ha come obiettivo quello di supportare l’attività dei reparti del San Francesco già riservati alle cure dei positivi: due terapie intensive e due di degenza ordinaria, più i malati ricoverati al Pronto soccorso. All’interno della struttura lavoreranno 5 ufficiali e 6 sottufficiali medici dell’Esercito, 6 infermieri e 4 operatori socio sanitari della Assl di Nuoro. Un modo per ridare un pò di ossigeno a medici, infermieri e operatori socio sanitari impegnati nella lotta al Covid-19, in un territorio che ha il più alto numero di positivi in rapporto alla popolazione.
“L’ospedale da campo è una articolazione dei reparti che curano i pazienti Covid, volta a garantire un maggior numero di posti letto e assistenza diversa a seconda dello stadio della malattia – spiega la direttrice della Assl Grazia Cattina – I pazienti che saranno ricoverati arrivano dalla degenza ordinaria a basso livello assistenziale. E’ una organizzazione complessa – ammette la dirigente – ed è prevista una valutazione attenta per definire i bisogni dei pazienti e quindi il setting più appropriato tra quelli che attualmente il San Francesco può assicurare”. Tante le polemiche nei giorni scorsi e persino un esposto presentato in Procura dal sindacato degli infermieri Nursind per il grande numero di ambulanze in sosta per ore ma anche per giorni davanti al Pronto soccorso.
“Da oltre 10 giorni siamo usciti da questa emergenza – sottolinea Cattina – abbiamo attuato interventi efficaci con l’aumento dei posti letto di degenza ordinaria e terapia intensiva e con la riduzione dei giorni di permanenza dei pazienti in Pronto soccorso. Stiamo proseguendo a rimodulare l’offerta per la degenza dei malati Covid in relazione all’evolversi dell’andamento epidemiologico, fermo restando – chiarisce la direttrice della Assl – che dobbiamo continuare ad assicurare assistenza anche ai pazienti no Covid”.