“Nel 2019 nella Città metropolitana di Cagliari i Pronto soccorso operativi erano quattro.
Complessivamente sono stati in grado di garantire il trattamento di 140mila pazienti all’anno, in parte non trascurabile residenti in province diverse come il 45% di chi è stato curato all’azienda Brotzu. Poi è arrivato il Covid”. Inizia così la tesi di Francesco Agus, consigliere regionale dei Progressisti. “E una seconda ondata in Sardegna molto più forte della prima ha portato a destinare alla cura di questa patologia tre ospedali cittadini e oltre 500 posti letto sino all’anno scorso destinati alla cura di tutti le altre patologie. Di conseguenza dei quattro pronto soccorso attivi l’anno scorso solo due, quelli del Brotzu e del Policlinico, hanno continuato a trattare tutti gli altri pazienti mentre Santissima Trinità e Marino sono dedicati al trattamento delle persone affette da Covid”.

“Non basta” continua la nota del consigliere d’opposizione, “anche ospedali delle province più vicine hanno dovuto fare i conti con il virus. Ieri il Pronto soccorso di Oristano è stato nuovamente chiuso per via dei contagi nell’”area pulita”. La stessa sorte è toccata una settimana fa a quello di San Gavino e problemi gravi hanno riguardato anche gli ospedali del Sulcis Iglesiente. Le urgenze, manco a dirlo, si sono scaricate sui presidi rimasti aperti. In sintesi i pronto soccorso di Brotzu e Policlinico, abituati a gestire in media complessivamente 230 pazienti al giorno oggi si trovano a gestire un volume teorico superiore ai 400 casi al giorno, un tempo ripartiti tra quattro ospedali, senza alcun aumento del personale. Come potrebbero reggere?”.

Secondo Agus “servono azioni immediate:
1. L’attivazione di un Pronto Soccorso destinato solo ai pazienti febbricitanti ancora non sottoposti al tampone, strategico in vista del picco influenzale.
2. La separazione dei percorsi nei Pronto Soccorso oggi operativi, anche attraverso l’edificazione di strutture prefabbricate come quella inspiegabilmente bloccata da mesi prevista al Santissima Trinità.
3. Rafforzare l’organico dei pronto soccorso e dei reparti in sofferenza.
4. Disincentivare il più possibile l’accesso dei codici bianchi e, laddove possibile, dei codici verdi”.