“Ci stanno prendendo in giro. Vorrà dire che studieremo seduti davanti alla Regione”.

Non nasconde la delusione Anita, la dodicenne che da settimane porta avanti la lotta contro la didattica a distanza seguendo ogni mattina le lezioni, seduta al banco, davanti alla scuola media ‘Italo Calvino’, di Torino. La notizia che il Piemonte diventerà zona arancione, ma che seconde e terze Medie resteranno ancora chiuse, non va proprio giù alla studentessa simbolo della protesta anti Dad in tutta Italia che solo pochi giorni fa ha incontrato il governatore Alberto Cirio.

“E’ venuto in piazza, si è seduto con noi, dicendo che ci sosteneva e che avrebbe voluto che i suoi figli fossero lì con noi a protestare – racconta Anita – E adesso cosa fa? Non apre le scuole. Che delusione, una presa in giro”. Il problema non posso essere i trasporti, sostiene la 12enne. “A Cirio ho chiesto come mai le prime medie possono frequentare in presenza e le seconde e le terze invece no. Lui ha detto che è per agevolare il trasposto pubblico. Gli ho risposto che non poteva essere così visto che tutti noi andiamo a scuola a piedi”. La protesta di Anita continuerà. Probabilmente, dice, si sposterà.
Non più sotto la sua scuola, ma in piazza Castello, sotto la Regione.