(Foto Ansa)

Sono stati arrestati i due colpevoli che nella notte fra il 6 e il 7 febbraio avevano appiccato diversi incendi a Sant’Antioco, prima colpendo l’auto del responsabile dei servizi sociali del Comune di Sant’Antioco e poi un chiosco bar, un’Apecar e una tettoria. I carabinieri hanno ora dato un nome e un volto ai colpevoli.

In manette su ordinanza di custodia cautelare in carcere sono finiti Pierpaolo Carta, di 44 anni, e Antonio Cacciarru, di 42, entrambi personaggi noti alle forze dell’ordine. Scoperte anche le motivazioni che hanno spinto i due uomini ad appiccare gli incendi: l’auto del responsabile dei servizi sociali del Comune è stata data alle fiamme perché si stava occupando di alcune pratiche che li riguardavano; con il proprietario dell’Apecar c’era un’eredità contesa, mentre con il titolare del chiosco si erano verificati alcuni attriti. Una sorta di giustizia fai-da-te.

I due poco dopo le 23 hanno dato alle fiamme l’auto del funzionario comunale. Quasi 3 ore dopo hanno incendiato il chiosco “Wikiky” alle porte di Sant’Antioco, rischiando di provocare un gigantesco incendio coinvolgendo la pineta vicina e alle 4 l’Apecar in via San Giovanni Bosco. Durante la notte hanno anche dato fuoco a una tettoia, ma hanno sbagliato obiettivo. I carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini e raccolto le varie testimonianze. È grazie ad alcune di queste che l’attività investigativa ha avuto un primo impulso. Gli accertamenti si sono concentrati su Carta e Cacciarru. Tutte le vittime avevano avuto discussioni con i due. Ulteriori prove sono state recuperate con attività tecniche. Oggi è scattato il blitz. I ‘soci’ del crimine sono stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Gip Ermengalda Ferrarese su richiesta della Pm, Rita Cariello e adesso si trovano in carcere a Uta.

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