L’efferato “squartatore dello Yorkshire”, Peter Sutcliffe, che negli anni ’70 seminò il terrore nel nord dell’Inghilterra e fu riconosciuto colpevole del massacro di 13 donne, è morto all’età di 74 anni in ospedale dove, sofferente di varie patologie, ha rifiutato le cure per l’infezione da Covid-19. Lo riporta la Bbc.

“Non verserò una lacrima”, è stato il commento del funzionario di polizia Bob Bridgestock che indagò all’epoca sul caso del serial killer. La morte di Sutcliffe “in qualche modo mette la parola fine a questa storia”, ha dichiarato uno dei figli di Wilma McCann, madre ventottenne di quattro bambini e prima vittima del maniaco seriale nel 1975.

Sutcliffe era stato catturato nel 1981 e recluso inizialmente sull’isola di Wight. Condannato a 20 ergastoli, dall’84 era stato tuttavia trasferito in un’ala di massima sicurezza del Broadmoor Hospital sulla base di una diagnosi di schizofrenia paranoide. Dichiarato guarito dai medici e, quindi in grado, di tornare in carcere, dal 2016 fu trasferito nella prigione di Frankland nella contea di Durham.

Nel 2010 la Corte Suprema Britannica stabilì che lo “squartatore dello Yorkshire” non sarebbe mai più potuto tornare libero.