“Nell’intervista sul quotidiano La Repubblica il presidente della Regione afferma che avrebbe aperto le discoteche dopo un mio intervento. Ascolta poco e non capisce quello che gli si dice. Oppure, come suo solito, cerca di spostare l’attenzione dalle domande alle quali non risponde da mesi. Siamo intervenuti per sollecitare il coinvolgimento di prefetti, questori e forze dell’ordine che in quella fase sarebbero stati indispensabili. Lo chiedevano anche i sindaci, che in quelle ore sottolineavano la totale mancanza di controlli. Controlli indispensabili sia in caso di apertura che di chiusura delle discoteche. Sono stati sentiti?”, a chiarirlo è il consigliere di opposizione dei Progressisti in Consiglio regionale Massimo Zedda.
“Abbiamo chiesto che ogni decisione fosse supportata da un parere del Comitato tecnico scientifico e che la decisione non potesse essere assunta dal Consiglio. Oggi il presidente dice che non fosse a conoscenza dei pareri firmati dai componenti del CTS e inviati a un suo assessorato ed emergerebbe che la sua decisione dell’11 agosto si sarebbe basata sulla email di uno solo dei componenti del Comitato – prosegue Zedda – se il parere esistesse e fosse favorevole, è possibile che con questo presidente sia necessaria una richiesta di accesso agli atti, una trasmissione televisiva di livello nazionale, l’attenzione dei quotidiani locali e nazionali, le indagini di due Procure della Repubblica per conoscere il contenuto di un documento tanto importante e che sarebbe dovuto essere pubblico? Il presidente deve chiarire se i fatti gravi e inequivocabili raccontati da esponenti della sua maggioranza corrispondano al vero, perché non è possibile gestire i gravi problemi generati da una pandemia mondiale senza la minima trasparenza”.
“La verità è che il presidente non ha il controllo della situazione, non solo in questo caso, ma su tutta la gestione della sanità in Sardegna. E continua a non rispondere sulla situazione disastrosa che affrontano le cittadine e i cittadini sardi, i malati, coloro che cercano il vaccino antinfluenzale, le persone chiuse in casa da settimane in attesa di tampone e dell’esito di questo, sulle difficoltà del personale sanitario che opera ogni giorno nei nostri ospedali”, conclude il consigliere.
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