Blitz della Polizia giudiziaria in presidenza della Giunta regionale. Su delega del pool ‘Reati Covid’ guidato dal pm Paolo de Angelis, a Villa Devoto sarebbero stati “acquisiti” documenti importanti sulla vicenda legata all’apertura delle discoteche sarde ad agosto che avrebbe favorito il dilagare del Covid nell’isola e poi in altre regioni.
L’indagine è stata aperta dalla procura cagliaritana immediatamente dopo la trasmissione di Report andata in onda lunedì sera su Rai Tre, che ha cristallizzato la volontà del Consiglio regionale, con l’approvazione dell’ordine del giorno n. 39 dell’11 agosto scorso, di tenere aperti i locali notturni in piena pandemia assecondando le “pressioni” dei gestori dei locali soprattutto della Costa Smeralda e del cagliaritano.
Oggetto della ricerca degli uomini della Polizia giudiziaria, in primis, è il fantomatico parere del Comitato tecnico Scientifico (di cui tutti parlano ma nessuno ne è in possesso), dopo che stamani Repubblica ha pubblicato alcuni stralci del documento che, secondo quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stato assolutamente contrario alla decisione presa dal Presidente della Regione.
E proprio questo pomeriggio sarebbe stato sentito in Procura anche uno dei componenti del Cts sardo, uno dei quattro professori che “avrebbero fatto a pezzi quel documento” (la bozza del 6 agosto dell’ordinanza per tenere aperte le discoteche, ndr). “Sostengono – scrive Repubblica – che non preveda condizioni di sicurezza sufficienti per ridurre le probabilità di contagio, che il distanziamento di un metro nelle discoteche sia inadeguato e che manchino indicazioni precise sulle norme igieniche. Valutano l’ordinanza confusa, sia nella parte in cui prevede la riduzione delle presenze all’interno dei locali sia in quella che riguarda il dispositivo dei controlli. Non solo. I professori chiudono il parere con una considerazione che dovrebbe far suonare le sirene d’allarme”. “Stiamo assistendo – scrivono i membri del Cts – alla apertura di attività dove addirittura l’assembramento viene ostentato come elemento di richiamo pubblicitario”.
Secondo quanto si apprende sono stati sequestrati numerosi faldoni ora al vaglio dei pm che indagano per epidemia colposa, ma a questo potrebbero aggiungersi altri e importanti i capi di imputazione e presto anche i primi nomi eccellenti sul registro degli indagati.