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La campagna di Donald Trump ha fatto causa al segretario di stato della Pennsylvania, Kathy Boockvar, con l’accusa che il sistema di conteggio dei voti per posta è stato meno rigoroso di quello dei voti in persona. Un “doppio standard” che rappresenta una “violazione costituzionale”.  La Pennsylvania è lo stato che ha dato la vittoria a Joe Biden che, al momento della chiamata della sua vittoria, era avanti di circa 45 mila voti. L’accusa di violazione della Costituzione lascia presagire l’intenzione della campagna di Trump di arrivare in fondo alla questione fino a portare il caso davanti alla Corte Suprema. Nonostante la maggioranza dei giudici costituzionali sia di estrazione conservatrice gli esperti tendono però a ritenere fortemente improbabile la corte possa rovesciare il risultato delle elezioni.

Il ministro della giustizia americano William Barr ha autorizzato il Dipartimento di giustizia a indagare su “accuse rilevanti ” di frode elettorale. Lo riporta la Associated Press. L’indagine, ha affermato Barr, possono essere avviate “se ci sono accuse di irregolarità chiare e apparentemente credibili. Irregolarità che, se riscontrate realmente, potrebbero potenzialmente impattare sul risultato elettorale di un singolo stato”.

Nel frattempo, secondo quanto riporta Axios citando fonti vicine alla Casa Bianca, le prossime teste a cadere nell’amministrazione Trump, dopo il siluramento del segretario alla difesa Mark Esper, saranno quella della direttrice della Cia, Gina Haspel, e quella del direttore dell’Fbi, Cristopher Wray.

“Il brusco licenziamento del segretario alla difesa Esper è una prova inquietante di come il presidente Trump intende usare gli ultimi giorni del suo incarico, seminando caos nella nostra democrazia e nel mondo”: afferma intanto la speaker della Camera Nancy Pelosi, sottolineando come “in questo momento sia un imperativo assoluto una transizione presidenziale caratterizzata da continuità e stabilità”.