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Il piano regionale per l’organizzazione della gestione ospedaliera dell’emergenza Covid ha identificato diverse strutture ospedaliere per la gestione dei pazienti con sintomatologia respiratoria da Covid e tra questi non vi è il Presidio San Michele della Az. Brotzu.
Lo stesso piano regionale affida al Presidio San Michele il ricovero e le cure di tutti i pazienti che necessitano interventi specialistici come Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Traumatologia, Neuro interventistica radiologica vascolare, Trapiantologia, la Stroke Unit e altri che nella loro interazione consentono al San Michele di essere l’ospedale di riferimento regionale per la gestione delle emergenze e urgenze.

“La dotazione del personale sanitario, in particolare infermieri e operatori di supporto, scarseggia, determinando forti difficoltà nella gestione delle emergenze e urgenze. Il San Michele si è dotato con le insufficienti risorse di personale presente di percorsi obbligatori per la gestione dei pazienti che arrivano nella struttura per gli interventi sanitari su indicati e che in aggiunta risultano essere anche positivi al Covid”, la denuncia ariva dal sindacato Sindacato Nursing UP.

SITUAZIONE ATTUALE, AL 6 NOVEMBRE

Presso il Pronto Soccorso del San Michele nell’Obi sono attualmente ricoverati 10 Pazienti con sintomatologia respiratoria da Covid che non necessitano le prestazioni sanitarie specialistiche di emergenza e urgenza che caratterizzano il San Michele.

“Un numero importante di pazienti covid permangono stabilmente in ricovero presso il pronto soccorso mettendo ko le risorse di personale. Risultato: lavoratori stremati e lunghe file per gli utenti in quanto il personale è in gran parte impegnato nella gestione dei pazienti covid ricoverati. Di questi 10 Pazienti tre sono gestiti in anestesia generale, collegati ad un respiratore artificiale all’interno di una stanza dell’Obi”. Diego Murracino, RLS dell’azienda Brotzu in quota al Sindacato delle professioni sanitarie Nursing Up, rilancia la richiesta disperata di aiuto pervenuta allo scrivente nella giornata del 5 novembre in contemporanea da più operatori sanitari, infermieri e medici del Pronto soccorso, del Servizio di Anestesia e Rianimazione del Presidio San Michele di Cagliari.

“Gestire per un tempo prolungato pazienti covid positivi intubati per sintomatologia respiratoria necessita una struttura di terapia intensiva e le corrispondenti dotazioni tecnologiche logistiche nonché le dotazioni complete di tutti i profili professionale formati e dotati dei DPI, condizioni che vengono meno nella attuale situazione del San Michele – conclude la nota – la Direzione Sanitaria sta depotenziando il servizio del pronto soccorso, dell’anestesia e rianimazione e il personale delle sale operatorie e dei reparti mettendo a rischio la gestione di emergenze e urgenze; il personale infermieristico, quello di supporto e medico della anestesia e delle sale operatorie viene dirottato in Obi per gestire in condizioni improvvisate pazienti intubati che con sintomatologia covid non dovrebbero stare al Brotzu e che necessitano e meritano il ricovero in strutture di rianimazione a loro dedicate”.

Diego Murracino in qualità di RLS della Az. Brotzu ha inviato una richiesta di ispezione allo Spresal, ai Carabinieri dei Nas e alla Regione. “Si chiede un intervento tempestivo di natura ispettiva per una valutazione attenta a garantire adeguate cure ai cittadini e il rispetto e la tutela della salute dei lavoratori”.