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“Gli ultimi due Dpcm ci hanno tagliato le gambe”. A denunciarlo i tassisti sardi, che hanno aderito allo sciopero nazionale e che sono scesi in piazza a Cagliari per chiedere sostegno a un servizio che non ha mai smesso di garantire la mobilità, nemmeno durante il lockdown. Le auto bianche hanno bloccato via Roma lato portici, davanti al Consiglio regionale.

“Cagliari è una delle sei città dove si svolgono le manifestazioni di protesta – spiega Giovanni Frongia, delegato della Sardegna e tassista a Cagliari dal 1994 – La categoria resta in agitazione fino a che non avremo risposte dalla ministra dei Trasporti, inoltre i mille euro previsti nel decreto Ristori sono insufficienti”.

“Siamo alla frutta e abbiamo finito anche i risparmi – dice Ivan Perda, della compagnia “Rossoblu” – ora che non ci sono più turisti, che i cagliaritani son costretti a stare chiusi in casa, non arriviamo a guadagnare trenta euro in dodici ore di lavoro”. Il lavoro per i tassisti è calato del 90%. “Abbiamo subito tutte le restrizioni e in pratica quest’anno abbiamo lavorato un mese, ad agosto – racconta Andrea Ciminiello, tassista di Elmas – la mia base è l’aeroporto ma i turisti non arrivano”.

Ora chiedono aiuti economici, “a fondo perduto”, ma non solo: “Dato che la nostra categoria non è abituata a vivere di sussidi, chiediamo di poter lavorare, magari dando una mano anche al Ctm visto che da oggi la capienza del trasporto pubblico locale è ridotta al 50%”.