“Non stiamo dando schiaffi a nessuno. Non c’è una deliberata volontà di penalizzare qualcuno”, ha detto il premier Giuseppe Conte parlando del Dpcm nel corso della sua partecipazione al food festival del Corriere della Sera.
“Il virus è un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori della velocità”, altrimenti “questo treno ci viene addosso”, ha detto Conte parlando del Dpcm al food festival del Corriere della Sera.
“Oggi con il Consiglio dei ministri entrano le misure del dl ristori bis”, ha detto ancora Conte rispondendo a chef Bottura. Tra le misure del decreto Conte cita “la sospensione della seconda rata Imu”.
“Un intervento sull’Iva così secco, al 4%, prevede un’esposizione di spesa eccessiva, la vedo complicata. Vedo una rimodulazione dell’Iva nell’ambito di una più complessiva riforma fiscale”.
“Nel decreto ristori bis ci sarà un fondo ad hoc per mettere risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse”, ha detto Conte al mastershow “Ristoranti, una questione politica”, nell’ambito di “Cibo a Regola d’Arte”, il food festival del “Corriere della Sera”.
Nel dl ristori bis “c’è il credito di imposta al 60% (sugli affitti, ndr) di settembre, ottobre, novembre, dicembre, la decontribuzione per i dipendenti e il rinvio dei versamenti per chi ha gli Isa”, gli indici sintetici di affidabilità.
“Come avrete visto ci siamo resi conti che i ristori messi in campo erano modesti e li abbiamo raddoppiati, moltiplicati. Chi ha già ricevuto dei contributi, li può raddoppiare. Faccio un esempio: un piccolo ristorante che nel precedente lockdown aveva ricevuto 2600 euro va a prendere 5200. Abbiamo moltiplicato i contributi a fondo perduto e rispetto alle nostre deliberazioni bastano all’agenzia delle Entrate un paio di settimane per accreditare i fondi sui conti correnti”.
Nel frattempo Milano questa mattina si è svegliata in lockdown, ma la città appare molto diversa da quella, spettrale e deserta, della prima chiusura della scorsa primavera. In seguito al decreto del governo alcune attività commerciali possono infatti rimanere aperte, come ad esempio le librerie, i negozi di fiori, le profumerie, i negozi che vendono abbigliamento intimo o per bambini, le ferramenta, oltre ovviamente agli alimentari e ai negozi di tecnologia. E soprattutto alle scuole elementari e alle medie per i ragazzi di prima.
E anche i bar – che possono fare asporto – in diversi casi hanno scelto di non tirare giù la saracinesca ma restare aperti.
Quindi non c’è in città il colpo d’occhio di serrata generale di marzo e aprile. Se il centro appare molto più deserto del solito, con piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele e piazza San Babila attraversate dal via vai di poche persone, altre vie della città sono leggermente più popolate di gente che va al lavoro, infatti molti uffici non hanno imposto lo smart working ai propri dipendenti. Camminando per strada si incontrano poche persone, che prendono un caffè d’asporto o vanno nei negozi rimasti aperti.
A Milano prosegue anche l’attività dei mercati scoperti nei quartieri, non solo con le bancarelle di alimentari ma anche, ad esempio, con quelle che vendono prodotti per la casa, e infatti alcuni cittadini sono rimasti stupiti questa mattina nel vedere “il mercato con così tante bancarelle”. Anche una delle principali vide dello shopping milanese, corso Buenos Aires, non appare deserta al colpo d’occhio ma sono comunque poche le persone a passeggio.