Garantire i posti letto Covid è diventata una delle priorità dei vertici della Sanità in Regione Sardegna. Dalla pressione sostenibile sugli ospedali, oltre che dall’indice di contagiosità R(t), dipende infatti la permanenza dell’Isola nella fascia gialla (a rischio moderato) e quindi la possibilità – come prevede il Dpcm – di sottostare solo alle restrizioni comuni a tutto il Paese.
Molto presto saranno attivati 20 posti di terapia non intensiva nella clinica privata San Salvatore di Cagliari, altri quaranta tra sub intensiva e intensiva a Ghilarza (Oristano), e subito 16 (con la possibilità di arrivare a 40) all’ospedale Marino di Alghero. A questi si aggiungono quelli che saranno allestiti all’ospedale Binaghi di Cagliari: è slittata a oggi la seduta di Giunta che dovrebbe approvare la delibera per l’attivazione del secondo Covid Hospital in città, dopo il Santissima Trinità.
Al Binaghi saranno operativi – entro una settimana – circa 100 posti di non intensiva e una ventina di intensiva. In questo modo la macchina delle ospedalizzazioni dovrebbe reggere l’urto. Sinora la Sardegna ha passato incolume il monitoraggio di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sulla percentuale di posti letto occupati in terapia intensiva (ieri 27%, la soglia è del 30%) e non intensiva (ieri 24%, la soglia è del 40%). In assoluto, a fronte di circa 600 posti letto Covid attivabili, sono 389 quelli che ad oggi è stato necessario allestire.