La piazza davanti alla Prefettura di Cagliari che si trasforma in palcoscenico. “Assenza spettacolare” è il nome della protesta, pacifica, messa in piedi dai lavoratori e dai volontari del mondo dello spettacolo e dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil per puntare i riflettori sul mondo degli artisti bloccati a casa dall’ultimo Dpcm del Governo.

La piazza ha ospitato circa cinquecento persone rappresentanti di teatri, cinema, scuole di danza, circhi, animatori e tanto altro. “Siamo necessari, non siamo un peso“, hanno urlato al microfono. Ma anche una performance con tamburi, trampolieri e passi di danza, tutti con una tuta bianca. Un pensiero anche a a Genova, unica città delle dieci coinvolte che non è riuscita a scendere in piazza a causa di una ordinanza. E per questo, parafrasando Paolo Conte, molti hanno mostrato un cartello con la scritta “Genova con noi”.

In Sardegna il popolo dello spettacolo supera le cinquemila unità. “Siamo stanchi di elemosina – questa la denuncia – di lavorare gratis, stanchi di essere l’anello più debole. Chiediamo risorse certe”. Non vogliamo ‘ristorarci’- ha detto Andrea Meloni, Alkestis di Cagliari- ma vogliamo lavorare”, ha chiarito Andrea Meloni, del Taeatro Alkestis di Cagliari. Mondo della musica in trincea. “Dobbiamo cambiare radicalmente anche la legislazione”, è l’appello del batterista jazz Gianrico Manca. Al microfono poi Andrea Parodi, portavoce dei Tazenda. “Tante sagre annullate la scorsa estate – ha ricordato – non dimentichiamoci che, oltre agli artisti, c’è un indotto che vive grazie agli spettacoli”. Si è fatto sentire anche Alverio Cau, storica “spalla” di Benito Urgu, ma anche agente e produttore. Fermi pure i circhi. “Ci hanno fatto spendere tanti soldi per le sanificazioni – ha detto David Benson, illusionista – E abbiamo sanificato anche i nostri animali. Risultato? Ci fanno chiudere”.

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