Manca poco alla pubblicazione della nuova ordinanza regionale relativa alla situazione pandemica in Sardegna e il presidente della Regione Christian Solinas sta lavorando in queste ore al testo della prossima misura che andrà a integrare le prescrizioni contenute nell’ultimo Dpcm del governo Conte. Le Regioni, ricordiamo, possono adottare solo provvedimenti più restrittivi rispetto alle misure del decreto del Presidente del Consiglio e, secondo le prime indiscrezioni, l’ordinanza attesa per le prossime ore prevederà la didattica a distanza al 100% (75% nel Dpcm) per le scuole superiori. Del resto già venerdì, in occasione del vertice con i capigruppo del Consiglio regionale, i membri del Comitato tecnico scientifico avevano sottolineato con forza che in questa seconda ondata di contagi da Covid-19, i nuovi “driver” sono i ragazzi dai 15 ai 24 anni.

Da qui l’intenzione del governatore di preparare una misura ad hoc con entrata in vigore da domani. L’altro terreno su cui Solinas potrebbe dire la sua riguarda la mobilità. Nel Dpcm non è stata inserita alcuna norma specifica sui trasporti pubblici e quindi la capienza rimane fissata all’80%. Il governatore, però, potrebbe ridurla. Il decreto poi non mette limiti agli spostamenti tra Regioni, ma il presidente sardo potrebbe prevederle. Sempre nel vertice di venerdì scorso, Solinas infatti aveva ipotizzato restrizioni agli arrivi per due motivi: testare con più facilità i passeggeri in ingresso, grazie anche al milione di nuovi tamponi rapidi in arrivo dalla Protezione civile nazionale, e non compromettere i risultati raggiunti sul fronte del contenimento del contagio.

Le Regioni possono decidere anche sul coprifuoco: difficile, però, che la Sardegna, già contraria alle chiusure alle 18 di bar e ristoranti, possa optare per questa soluzione. C’è infine una terza ipotesi. L’articolo del Dpcm sulle chiusure anticipate di bar e ristoranti prevede che queste attività “restano consentite a condizione che le Regioni e le Province Autonome ne abbiano preventivamente accertato la compatibilità con l’andamento della curva epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio”. La Provincia Autonoma di Trento, per esempio, ci sta già lavorando. “Stiamo valutando se nelle pieghe del Dpcm sia possibile prevedere un’apertura più lunga dei locali”, ha fatto sapere il presidente Maurizio Fugatti. Solinas potrebbe seguire l’esempio.