Sono oltre cinquemila, “inchiodati dalle misure anti Covid a una sostanziale inattività, senza sapere come e quando potranno ritornare in scena”: i lavoratori dello spettacolo in Sardegna chiedono misure per superare l’impasse e si mobilitano insieme ai colleghi di tutta Italia per richiamare l’attenzione su un settore in forte sofferenza. Il 30 ottobre si svolgeranno davanti alle Prefetture i presidi organizzati da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil nazionali per denunciare “l’assenza di una prospettiva e sollecitare la pianificazione di una ripartenza”.
A Cagliari le categorie regionali sono impegnate nell’organizzazione della protesta in piazza Palazzo dalle 10 alle 13. “Non è più accettabile il silenzio intorno a un settore importante come quello della cultura e dello spettacolo”, ha detto la segretaria regionale Slc Cgil Diletta Mureddu sottolineando che “il sindacato chiede attenzione e interventi urgenti per i tanti lavoratori rimasti senza lavoro, senza ammortizzatori e senza indennità”. Cgil, Cisl e Uil regionali intanto, lo scorso 8 ottobre hanno inviato una richiesta di incontro agli assessori della Cultura e Lavoro Andrea Biancareddu e Alessandra Zedda, proprio per ragionare su tre azioni prioritarie.
“Il settore – hanno scritto le segretarie Caterina Cocco (Cgil), Federica Tilocca (Cisl), Francesca Ticca (Uil) – è stato fortemente colpito dalle restrizioni ma, nonostante le misure di sostegno previste nell’Accordo quadro regionale firmato con i sindacati dalla Regione e la conseguente legge 22 rimasta sostanzialmente inattuata, i lavoratori sono tra quelli meno protetti e oggi più che mai in grande difficoltà”. Le altre due azioni sono invece legate alla prospettiva: su questo fronte le organizzazioni sindacali reputano necessario “valorizzare competenze e professionalità e promuovere azioni di sostegno alle imprese che investono sulla qualità nel rispetto dei diritti dei lavoratori”.