Numeri che fanno paura quelli registrati nelle ultime settimane in Sardegna: cifre che ci devono portare a riflettere, anche e soprattutto per capire gli errori che sono stati commessi in passato e non ripeterli più.
Tra aprile e giugno vedevamo salire i contagi, i ricoveri, le terapie intensive, ma mai avremmo potuto immaginare quello che stiamo vivendo ora nell’Isola. Il picco nella nostra Regione è stato raggiunto tra il 5 e il 13 aprile, quando abbiamo registrato i numeri più alti della prima ondata di questa pandemia, con 914 positivi, 151 ricoveri in ospedale e 31 in terapia intensiva. Sembravano dati spaventosi, però siamo stati bravi, abbiamo capito, ci siamo impegnati e siamo rimasti chiusi in casa. Poi è arrivata l’estate e con quella le vacanze, i turisti e le discoteche aperte.
Nel frattempo c’è stato anche un Presidente della Giunta Regionale che non è stato capace di proporre l’unica soluzione che, al tempo, avrebbe ricevuto l’approvazione (e forse anche il plauso) del Governo Conte, cioè i tamponi all’arrivo nei porti e negli aeroporti sardi e così abbiamo finito per far compilare ai turisti una semplice autocertificazione che nessuno ha mai ritirato né, probabilmente, letto.
Quindi è stato il momento di Flavio Briatore, Eugenio Zoffili, la movida e le serate danzanti, ed è mancato anche lì il controllo da parte della Regione Sardegna, che non ha fatto nulla per verificare che venissero garantiti i distanziamenti nei locali sia da parte del personale, che degli avventori.
Una delle richieste che oggi dovremmo fare a Solinas, sarebbe sicuramente quella di darci un elenco preciso degli interventi di monitoraggio portati a termine dalla Regione e dallo Spresal (che ha, ricordiamo, il compito di garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro).
Non è stato fatto assolutamente niente e oggi il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo in piena emergenza, con 4.286 casi attualmente positivi, 275 persone ricoverate, di cui 36 in terapia intensiva.
Arriviamo al giorno d’oggi, con la sbagliatissima decisione di rinviare le elezioni al mese di ottobre per non farle in contemporanea al referendum del 20 e 21 settembre, che oltre ad aver causato un danno economico di 9 milioni di euro, potrebbe presumibilmente trasformarsi anche in un disastro sanitario.
Caro Presidente Solinas, adesso è facile proporre lo “Stop&go”, scaricare le proprie responsabilità sugli studenti, accanirsi contro gli assembramenti, ma, forse, se si voltasse e si guardasse indietro, capirebbe che gli errori li ha fatti proprio lei dimenticando, per tre mesi, che il Covid esisteva ancora.
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