Operazione dei carabinieri, denominata “Demetra 2”, diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e del Reparto Crimini Violenti del Ros di Roma, coordinate dal sostituto procuratore Andrea Mancuso, hanno consentito di individuare le due persone che hanno fabbricato e materialmente posizionato l’ordigno che il 19 aprile del 2018 ha provocato la morte del caporalmaggiore Matteo Vinci ed il grave ferimento del padre Francesco Antonio.
“L’articolato provvedimento cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su conforme richiesta della Procura antimafia diretta dal dott. Nicola Gratteri – é detto in una nota stampa dei carabinieri – è stato eseguito a carico di 7 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, oltre che dei reati di omicidio e tentato omicidio, anche di danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Già erano stati assicurati alla giustizia, a solo un paio di mesi dall’esplosione, i mandanti dell’omicidio, appartenenti alla potente famiglia Mancuso.
L’efferato crimine è maturato in un più ampio disegno estorsivo, posto in essere dai Mancuso, finalizzato all’illecita acquisizione di terreni, alla quale si sarebbe opposta la famiglia Vinci. La mano degli esecutori, invece, sarebbe stata armata dalla necessità di saldare un debito contratto nei traffici di droga”.