La Campania ha già chiuso le scuole fino al 30 ottobre per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus ed è subito scontro con il governo e in particolare con il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che giudica ‘gravissima’ la decisione perché “in Campania lo 0.75% degli studenti è risultato positivo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola. La media nazionale è 0.80. Se c’è crescita contagi non è di certo colpa della scuola”. Duro anche il premier Giuseppe Conte. “”Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione”, ha detto dal consiglio europeo di Bruxelles.
“Se non vogliamo sacrificare la scuola – prosegue Azzolina – si può lavorare per lo smart working ancora di più. La mattina non sono solo gli studenti a salire sui mezzi. Lasciare gli studenti a casa è inaccettabile se vogliamo considerare i numeri dei contagi nelle scuole. Si devono spalmare su tutti gli altri settori le necessità sul prendere o non prendere i trasporti”, che per esempio può riguardare “un dipendente pubblico”.
Il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, propone di dilatare “gli orari” scolastici “su tutta la giornata, cioè mattino e pomeriggio. La capienza all’80% dei mezzi pubblici che in ore di punta si fa fatica a gestire e controllare – ha osservato – è legata fatto di dover portare a scuola i ragazzi e farli tornare a casa per chi non può permettersi di portali da solo. Se la curva aumenta e se ci fosse la necessità di prendere ulteriori provvedimenti piuttosto che lasciare a casa i ragazzi, visto che la gran parte del Paese chiede di continuare la scuola in presenza, penso che se si dilatassero gli orari su tutta la giornata, cioè mattino e pomeriggio questa potrebbe esser la soluzione per far circolare i mezzi”. A tale riguardo, ha sottolineato il presidente emiliano-romagnolo una eventuale “decisione spetta al Governo e il Governo provi a condividerla con le Regioni. Noi di autobus qui non ne abbiamo praticamente più – ha concluso Bonaccini – Noi abbiamo aggiunto centinaia di corse quotidiane, se qualcuno ci fa arrivare altri autobus…”
Scettico sulla rimodulazione del trasporto pubblico l’epidemiologo assessore in pectore alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco. “Nel giro di poche settimane non si possono rivoluzionare i trasporti di una regione o una nazione. Si tratta – sostiene – di investimenti importantissimi, risorse importantissime da mettere in campo. Non è qualcosa che può essere demandato ad enti locali, si tratta di aumentare il parco autobus, i treni delle metropolitane. Sono investimenti enormi. Si era pensato ad alternative che potessero alleggerire l’ora di punta come l’ingresso scaglionato o il ritorno più massiccio allo smart working, in attesa di rinforzare l’infrastruttura si potrebbe anche pensare a queste misure alternative”.