Il sindaco di Buddusò Giovanni Antonio Satta, comune in provincia di Sassari, ha emesso un’ordinanza che anticipa le misure ventilate del governo al fine di contenere la diffusione del nuovo coronavirus.

Stop quindi alle feste o agli incontri in ambito domiciliare se non tra congiunti, campagna elettorale (in Sardegna 160 Comuni vanno al voto il 25 e 26 ottobre, N.d.R.) solo in luoghi che consentano di rispettare le norme a contrasto della diffusione del coronavirus e massimo 30 persone per volta in cimitero.

Si aggiungono l’obbligo di mascherina in qualsiasi luogo al chiuso a parte la propria abitazione, ma anche all’aperto ovunque non sia possibile restare isolati rispetto a non conviventi e più controlli da parte delle forze dell’ordine nei locali pubblici.

“Arginare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica e a tutelare la cittadinanza più fragile con azioni incisive, volte a evitare contatti tra le persone fisiche”. Giovanni Antonio Satta, sindaco di Buddusò, nel Sassarese, è stato il primo a emettere un provvedimento che fissa regole più stringenti per contenere il rischio di ulteriore diffusione della pandemia.

“Ribadisco che è una situazione molto complicata perché senza un lockdown c’è da fare i conti con esigenze potenzialmente a rischio, come la riapertura delle scuole – osserva il sindaco – e per questo bisogna evitare altre condizioni di pericolo là dove si può”, con “Dai test sierologici effettuati su tutta la popolazione è emerso un quadro non allarmante, ma da tenere sotto controllo – spiega illustrando l’ordinanza – Nel nostro paese come nelle altre zone interne della Sardegna l’emergenza sanitaria è in questo frangente più accentuata di quanto non sia stato durante il lockdown perciò mi è sembrato normale fare qualcosa per tenere sotto controllo la situazione epidemiologica”. Addio a feste private, se non tra congiunti, neanche a domicilio, più controlli nei bar, nei ristoranti, negli altri locali pubblici e nei negozi, mascherina in qualsiasi luogo al chiuso a parte la propria abitazione, ma anche all’aperto ovunque non sia possibile restare isolati rispetto a non conviventi. Ma soprattutto, no agli assembramenti in cimitero.

“Il nostro camposanto dista un po’ dal centro abitato, perciò si evitava dopo i funerali di procedere in corteo sino a lì”, spiega Satta, che nel 2019 è stato anche eletto consigliere regionale nelle file dei Riformatori. “Però una volta andati via dalla chiesa si stava diffondendo l’abitudine di ritrovarsi tutti insieme in cimitero – prosegue – e questo stava creando situazioni fuori controllo, rispetto alle quali sono dovuto intervenire, evitando che si verificassero concentrazioni e prevedendo di limitare l’accesso all’area cimiteriale a solo trenta persone per volta”.