“Rifiutare la frantumazione in tante piccole isole identitarie, che ci lascia tutti più isolati e più poveri, e coltivare le menti e le coscienze per capire il mondo e renderlo più accogliente per tutti”. Il rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli, sostiene che sia questa la principale eredità di Francesco Cossiga, ottavo presidente della Repubblica italiana.
A lui – studente prodigio, avvocato, docente universitario, politico, deputato, ministro, premier, presidente del Senato oltre che prima carica dello Stato – oggi è stata dedicata una giornata di studi alla quale, a dieci anni dalla sua scomparsa: una cerimonia a cui, ha preso parte anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha anche reso omaggio alle tombe di Cossiga e di un altro suo predecessore sassarese, Antonio Segni. “La sua presenza testimonia del vivo interesse per il mondo della cultura e per la nostra comunità”, è il saluto rivoltogli dal rettore prima di ricordare la figura del politico sassarese e delle sue idee basate “su una rigorosa fede cattolica e un altrettanto solida fede nella laicità dello Stato”, ha detto Carpinelli.
“Il presidente fu un vero sassarese, era legatissimo alla sua terra ed era un ardente fautore dell’autonomia universitaria, sarebbe contento del modello che abbiamo dato al nostro ateneo, investendo su ricerca e istruzione”, ha sottolineato prima di concludere dicendo che “Francesco Cossiga, pur orgogliosamente e dichiaratamente sardo, si mosse sullo scacchiere della politica nazionale e internazionale da italiano e da cittadino del mondo, sdegnando steccati geografici o ideologici”.