La giudice per le indagini preliminari Maria Gabriella Muscas, deciderà sulla richiesta del procuratore aggiunto di Cagliari, Gilberto Ganassi, di archiviazione per Valentina Pitzalis, la giovane diventata un simbolo della violenza sulle donne, rimasta sfigurata nel rogo dell’abitazione di Bacu Abis nell’aprile 2011, dove morì l’ex marito Manuel Piredda.

La decisione arriverà entro qualche giorno. Una richiesta su cui si sono opposti i familiari del ragazzo attraverso i propri legali. Già altre due volte la Procura, con l’aggiunto Paolo De Angelis, aveva archiviato l’indagine sull’incendio, avallando la ricostruzione che vedrebbe l’allora marito della Pitzalis responsabile di aver appiccato il rogo nel quale poi sarebbe rimasto ucciso e dal quale la donna era uscita viva per miracolo, ma riportando nel corpo i segni del fuoco. Ma i genitori del muratore non hanno mai creduto al racconto di Valentina, che non aveva mai perso conoscenza, e hanno presentato un esposto nell’agosto 2017 sfociato nell’apertura di un fascicolo per omicidio volontario e incendio doloso. Nell’udienza di oggi gli avvocati di Valentina Pitzalis hanno invece ribadito come nulla sia mai emerso e chiesto alla giudice di chiudere definitivamente la vicenda.

Secondo la Procura sul corpo di Piredda non ci sono segni di violenza tali da far pensare a un omicidio, ma è emerso anche che il giovane era morto soffocato prima che il fuoco lo avvolgesse. Fuoco divampato – secondo la tesi del pm – da un tentativo di aggressione del muratore nei confronti della ex.