“Il referendum non incide minimamente sul problema che ha determinato la crescita dell’astensionismo, milioni di persone ritengono che sia inutile votare e sentono le istituzioni lontane. “Tanto non cambia nulla, sono tutti uguali”, solo per citare alcune frasi che sintetizzano questi sentimenti”. Lo scrive Massimo Zedda, spiegando perché voterà No al referendum che deciderà sul taglio dei parlamentari il prossimo 20 e 21 settembre.
“Il vero problema – scrive Zedda – è la qualità di chi svolge funzioni politiche, la capacità di chi ricopre incarichi pubblici, la serietà, l’onestà di chi fa parte di assemblee elettive e l’attenzione nell’utilizzo del denaro pubblico. Per avvicinare i cittadini alla politica serve una riforma seria dei partiti che, da macchine di potere, devono diventare strumenti al servizio della democrazia e capaci di cambiare in meglio la vita delle persone. L’altro aspetto è una legge elettorale seria che ripristini la possibilità per le elettrici e per gli elettori di scegliere da chi essere rappresentati. Il referendum peggiora e non migliora nessuno di questi aspetti”.
“Il taglio indiscriminato dei parlamentari – è l’analisi del consigliere regionale dei Progressisti – impedirebbe a interi territori di avere una proporzionata rappresentanza nella Camera e nel Senato. La prima conseguenza sarebbe la limitazione della partecipazione alla vita democratica di tantissime cittadine e cittadini. A fronte dell’eventuale riduzione del numero dei parlamentari non esiste una legge elettorale che garantisca la rappresentanza, anzi: tra le proposte in discussione ci sono le liste bloccate e soglie di sbarramento altissime, che provocherebbero la presenza in Parlamento, ancor più di oggi, di eletti scelti nelle stanze dei partiti e la possibile esclusione di nomi nuovi e persone capaci, magari giovani, che abbiano idee e proposte per migliorare la vita delle nostre città e dei nostri paesi”.
“Non regge neanche la motivazione del risparmio economico” conclude Zedda. “Da anni e anni assistiamo alla riduzione della democrazia spacciata per taglio dei costi della politica. Si parla di risparmio e si continua a sprecare, si celebra il taglio degli sprechi e cresce a dismisura il debito pubblico. Assistiamo solo a slogan e pensierini che non hanno migliorato la vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini”.