Il Governo starebbe valutando la decisione di impugnare l’ordinanza della Regione Sardegna sui test obbligatori da effettuare entro 48 ore per chi sbarca senza certificato di negatività al Covid 19.
Secondo fonti del Partito Democratico sardo, si sta considerando l’opportunità di presentare ricorso al Tar della Sardegna. È però ancora è in corso l’approfondimento giuridico tra i ministri degli Affari regionali e della Salute, Francesco Boccia e Roberto Speranza, con l’Avvocatura dello Stato.
La verifica della legittimità del provvedimento riguarda soprattutto la sua presunta mancanza di aderenza all’articolo della Costituzione che prevede la libera circolazione delle persone nel territorio nazionale.
Vella: “Ordinanza è equilibrata”
E’ “particolarmente equilibrata” l’ordinanza della Regione Sardegna che prevede da oggi test obbligatori entro 48 ore per chi sbarca senza certificato di negatività al Covid 19: lo ha detto Stefano Vella, consulente della Regione Sardegna per l’emergenza Covid-19 e docente di Salute globale dell’Università Cattolica di Roma, commentando la notizia secondo cui il Governo starebbe valutando se impugnare l’ordinanza.
“Comprendo che l’ordinanza di maggio fosse impossibile da realizzare perché allora non c’erano test disponibili, ma se questa ordinanza venisse impugnata si andrebbe contro tutte le evidenze scientifiche che spingono verso l’uso ampio dei test, anche su persone asintomatiche”, ha rilevato riferendosi ai tamponi, ai test sierologici e a quelli rapidi adottati negli aeroporti. “Capisco le resistenze sulla obbligatorietà, che in questa ordinanza non c’è nella pratica”, mentre “non si capisce perché una regione che da zero casi è stata invasa dalla Covid non possa difendersi facendo i test, che per alcune categorie sta diventando obbligatorio”, ha detto ancora Vella. Nell’ordinanza, ha aggiunto, “non c’è nessuna coercizione e non vedo come possa essere impugnata”.
Quella dei test, ha proseguito l’esperto, “è una delle strade per combattere la diffusione del nuovo coronavirus”, anche considerando “che siamo ancora in emergenza sanitaria e che siamo assistendo a un aumento dei casi ovunque”. Vella ha infine osservato che “per ragioni di sanità pubblica ci sono già delle cose obbligatorie, come i vaccini. O non vogliamo più renderli obbligatori?”.
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