L’Arpas ha reso noti in questi giorni i rilevamenti fonometrici eseguiti nel mese di luglio 2020 in piazza Yenne, a seguito delle ripetute proteste dei residenti del quartiere Stampace. Le cause dell’inquinamento acustico sono evidenziate nella Relazione tecnica nella quale, a pagina 14, si legge che “le sorgenti sonore all’origine delle immissioni sono risultate riconducibili in via prevalente alla pluralità delle attività di mescita all’aperto nelle aree di suolo pubblico date in concessione ai pubblici esercizi, sedi di stabili ed autonomi affollamenti di avventori che fruiscono del servizio ai tavoli, realizzandovi un continuo chiacchiericcio incontrollato, risultato frequentemente degenerare in risate, urla e schiamazzi, con conseguente implemento degli effetti del disturbo percepito …”.
Spiega Marras: “La Relazione dell’Arpas asserisce che i rilevamenti risultano rappresentativi non solo dell’ambiente abitativo in cui sono stati realizzati bensì ‘della generalità degli ambienti abitativi che prospettano sulla medesima piazza Yenne’ e che la ‘cosidetta movida cagliaritana é causa, da sola, del netto superamento del valore limite assoluto di immissione’”.
I livelli di rumore accertati in diverse ore della notte “sono oltremodo preoccupanti e comunque tali da essere gravemente pregiudizievoli della salute dei residenti. Infatti sono stati certificati livelli di rumore di circa 8 volte superiori a quello massimo consentito a finestre aperte (50 decibel) e di circa 16 volte superiori a quello massimo consentito a finestre chiuse (30 decibel). Una condizione – afferma Marras – che rende invivibili i luoghi di vita domestica e che induce alla fuga dalla città. Almeno per chi se lo può permettere. Un abbandono che in tanti hanno già messo in atto e che altri possono solo sognare”.
“Di fronte a questo disastro ambientale, che conferma quanto già certificato ripetutamente dal 2013 ad oggi (disastro attestato anche in giudizio con condanna del Comune nel 2015) – prosegue Enrico Marras -, il Sindaco è responsabile per legge della salute dei cittadini e non può essere spettatore assente e passivo come è successo sino ad oggi. Deve agire con tempestività ed urgenza come impongono la Costituzione e la Legislazione sanitaria in materia di inquinamento acustico. Inoltre anche la Regione non può continuare a sfuggire ai suoi obblighi: deve avviare con immediatezza le procedure di commissariamento per la Redazione del Piano di Risanamento Acustico, stante la decennale inadempienza del Comune di Cagliari. L’immobilismo delle istituzioni – conclude il presidente del Comitato ‘Rumore No Grazie’ – allontana ancor più i cittadini dalla politica e li induce alla ricerca di tutela nella magistratura. Altri processi incombono”.