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Nonostante l’azzeramento dei traffici durante il lockdown, agosto per i porti sardi chiude con meno 22%. Quasi un successo se si confrontano i dati con quelli catastrofici di aprile, – 96%. Circa 320 mila, tra arrivi e partenze, la perdita complessiva di passeggeri registrata negli scali di Cagliari, Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres negli ultimi 31 giorni: da poco più di 1 milione e 424 mila dell’agosto 2019 a 1 milione e 104 mila di quello 2020.

“Non possiamo sicuramente gioire del risultato dei traffici marittimi dei primi otto mesi di questo orribile 2020 – spiega Massimo Deiana, presidente dell’Autorità del mare di Sardegna – ma allo stesso tempo dobbiamo ritenerci soddisfatti della netta ripresa registrata nel periodo estivo. Agosto, rispetto ai timori generali del settore dello shipping, ha dato una risposta del tutto inattesa, contenendo un trend negativo senza precedenti e riportando le perdite a poco più del 22% rispetto all’azzeramento totale della movimentazione al quale abbiamo assistito, impassibili, la scorsa primavera”.

Numeri che evidenziano uno sforzo eccezionale per la ripresa, in particolare per i controlli sulla temperatura corporea effettuati dall’Authority su oltre un milione di passeggeri (pari al 100%) in arrivo negli ultimi 3 mesi. “Se gli scali del sistema portuale sardo sono riusciti a dare una spallata decisa alla crisi – sottolinea Deiana – è soprattutto grazie al lavoro instancabile del cluster marittimo e portuale che, spesso facendo fronte a regole poco certe e in continua evoluzione, ha saputo garantire la sicurezza dei collegamenti, senza interruzioni o particolari disagi all’utenza. I porti di sistema hanno risposto egregiamente a flussi comunque consistenti, garantendo, in arrivo, la rilevazione della temperatura ad oltre 1 milione di persone e, in partenza, i controlli di security, così come previsto dalla normativa vigente”.