Terza fumata nera al termine della vertenza Air Italy. La situazione che ha visto l’incontro tra i rappresentanti della compagnia aerea in liquidazione e quelli dei 1.453 lavoratori è uno stallo che adesso sembra difficilmente superabile se non con l’intervento delle istituzioni, ministeri dello sviluppo economico, dei trasporti e del Lavoro e delle Regioni Sardegna e Lombardia.

Alcune parture ci sono state da parte del vettore sardo-qatariota, ma i sindacati hanno respinto le proposte come “insufficienti”, rispetto ai punti fermi sui quali l’azienda per ora non è disposta a retrocedere: la sottoscrizione di un accordo di cig straordinaria per dieci mesi così sulla base del decreto Cura Italia e considerare il mancato preavviso come assolto nel periodo di fruizione dell’ammortizzatore sociale, quindi l’avvio dei licenziamenti collettivi nel periodo di cig.

La normativa afferma che per trovare l’accordo ci sono 45 giorni in sede aziendale e ulteriori 30 in sede ministeriale qualora non si trovi un accordo prima. La procedura aperta il 3 marzo, interrotta per Covid solo dopo pochi giorni ed è ripresa lo scorso 18 agosto con la convocazione del primo faccia a faccia tra sindacati e azienda.

“L’azienda ci ha comunicato di avere provveduto al pagamento relativo alla copertura sanitaria integrativa e ha dato la disponibilità ad accogliere eventuali richieste di anticipazione di Tfr salvo smaltimento di tutte le ferie ed altri istituti maturati.Infine ci sarebbe un ulteriore contributo in merito in merito ai percorsi di politiche attive che saranno poste in essere dalle due regioni interessate Sardegna e Lombardia – spiega all’ANSA il segretario generale Filt Cgil, Arnaldo Boeddu – aperture totalmente inadeguate ed insufficienti. Vi è la necessità che i prossimi incontri si svolgano in sede ministeriale in presenza dei rappresentanti istituzionali per poter affrontare una discussione nel suo complesso: nessun aspetto può essere lasciato irrisolto, chiarito o peggio ancora al caso”.

“Non siamo soffisfatti perchè non ci sono stati passi avanti – dice il segretario della UilTrasporti Sardegna, William Zonca – la cig resta un assunto fondamentale e auspichiamo che le istituzioni, ministeri e Regioni, possano mediare con la proprietà e i liquidatori per arrivare in tempi brevi ad un intesa senza mettere sul piatto istituti cortrattuali che nulla hanno a che vedere con la cassa integrazione, come il mancato prevviso e il licenziamento durante la cig, che secondo noi sono proposte irricevibili” “Non ci sono stati passi avanti sulle questioni sostanziali e le aperture insufficienti e non degne di nota, seguono sempre lo stesso schema: risparmio per l’azienda e costo della crisi interamente a carico dei lavoratori – spiegano in una nota Ap , Cobas e Usb – Riteniamo inaccettabile e poco costruttiva una simile modalità poiché non solo non offre risposte ma nemmeno garanzie al fine di tutelare gli oltre 1500 lavoratori già colpiti dalla durissima scelta di liquidare l’azienda”.