“Ma quale colpa del Governo centrale, Presidente Solinas. Raccontiamo la verità per una volta. Ci dimostri, ma lo faccia con i documenti alla mano, chi le ha impedito di tutelare i sardi. Ci dimostri chi da Roma le ha vietato di effettuare i tamponi ai turisti in ingresso in Sardegna, di effettuare test rapidi sull’isola, di effettuare maggiori controlli sul territorio. Non ci bastano le sue dichiarazioni in cui la realtà viene mistificata, non ci basta lo scaricabarile che le è tanto caro”. Così la capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, inizia un lungo attacco al presidente della Regione, accusato di “aver portato avanti soltanto slogan, non iniziative reali e valide”.
“Lei oggi, Presidente, di fronte all’aumento dei contagi di ritorno nel Nord dell’isola, scarica la colpa sul Governo, come se la scelta di riaprire porti e aeroporti, indicando l’isola come zona immune al virus e Covid-free, non sia stata la sua. La verità è molto diversa da quanto sta dichiarando in queste ore. Al 21 maggio Solinas non è riuscito a trovare un metodo valido per l’accertamento dello stato di salute dei turisti in ingresso, e ha proposto una serie infinita di sparate, una più grossa dell’altra: tutte iniziative impraticabili, campate per aria, per cui la Regione Sardegna non ha mai avuto i soldi per poterle mettere in pratica. Questa è la realtà. Nessuno le ha impedito di tutelarci, Presidente. Se qualcosa è andato storto la colpa è soltanto sua. Per una volta, si assuma la responsabilità delle proprie azioni”.
“Solinas – prosegue l’esponente del M5s – ha autorizzato la riapertura di porti e aeroporti vendendo la Sardegna come isola sicura senza averla tutelata. Perché l’idea di far arrivare i turisti con un passaporto sanitario, ovvero dopo aver effettuato i tamponi a casa propria, presentava un piccolo problema: nessuna città d’Italia in quel momento era attrezzata per poterlo fare, e il turista non avrebbe potuto farlo nemmeno a pagamento. Così Governatore, lei cambiò idea numerose volte: parlò di certificati di negatività senza definire chi dovesse rilasciarli, parlò anche di test rapidi, di test sierologici, ma non attuò nessuno di questi piani perché la Regione da lei amministrata non aveva né gli strumenti, né i mezzi, né i fondi per poterlo fare”.