Qualche giorno fa, giocando con degli amici al Bar, si commentava il titolo de “Il Messaggero”, quotidiano Romano, che individuava l’isola come nuovo focolaio del Covid 19, nel giro di qualche giorno l’attenzione mediatica verso l’isola Covid free di fine Giugno, è cresciuta in maniera esponenziale, al punto che oggi è rappresentata come l’isola con il più alto numeri di contagiati in rapporto alle altre Regioni Italiane.
Insomma la fame di turismo e d’economia, per l’ennesima volta, ha fornito la possibilità di fare di quest’isola e degli isolani, il capro espiatorio perfetto per giustificare il male altrui.
In questo momento dalla Regione Lazio, gli arrivi dall’isola sono tamponati e bloccati, e in una modalità un tantino imbarazzante (ma imbarazzato dovrebbe forse essere lui), il presidente della Regione di bandiera sardopadana, si scaglia logicamente contro gli immigranti, chiedendone il rimpatrio.
Insomma, io non dovrei pensare che quest’isola avrebbe potuto passando per il lockdown e il postlockdown, sondare la sua autosostenibilità economica, piuttosto che continuare a pensarsi come oggetto di speculazione per il mercato turistico (non culturale) dell’altrove, ma dovrei prendermela con il senegalese che da anni mi raggiunge al mare e nel nome del “tu sei mio amico” mi vende l’indicibile e l’inutile per qualche euro.
Un focolaio attenzionato è quello di un villaggio turistico sull’isola di Santo Stefano, nell’arcipelago della Maddalena, dove non sono mai stato e visto i prezzi proibitivi, neanche mi pare essere riconducibile alla mia Sardegna, questione forse di distanziamento sociale pregresso, ventisei positivi isolati, di cui venticinque facenti parte del personale, quasi come se il Covid 19 si muovesse su traiettorie di distanziamento sociale colpendo solo il personale.
Altro focolaio quello delle discoteche della Costa Smeralda, anche qua, vent’anni che vivo in quest’isola e in Costa Smeralda non sono mai entrato, non sono mai stato un super ricco e non provengo da una famiglia facoltosa, morirò da docente pubblico con uno stipendio da soglia di povertà.
Il Covid 19 è arrivato anche nel sud dell’isola, colpendo tre calciatori del Cagliari (Bradaric, Ceppitelli e Cerri), dipenderà da dove sono stati in vacanza?
Il governatore pareva interessato nel post lockdown, soltanto a riattivare l’industria turistica e quindi giudicava eretico chiudere le discoteche (ma io un ragionamento di distanziamento sociale tra discoteca e discoteca l’azzarderei), Briatore intanto insulta il sindaco di Arzachena per avere chiuso il Billionaire dicendogli che nella vita non ha mai lavorato (il Governatore sardo padano d’azione tace) e il sindaco risponde che ha lavorato scaricando casse di birra per il suo locale.
Adesso, dinanzi tale surreale servitù culturale, in quest’isola dove gli attivisti si occupano soltanto di servitù militare, posso testimoniare, da continentale che vive da vent’anni nel sud dell’isola, riguardo l’Alta Formazione Artistica a Cagliari non sono riuscito a contagiare ancora nessuno?
Nel sud dell’isola si è resistenti, la costante resistenziale sud isolana non cederà mai all’alta formazione artistica di matrice continentale.
I continentali qui non verranno mai a formarsi artisticamente, dovranno sempre soltanto venire a spendere, perché se non si è più l’isola Covid free, nel sud dell’isola si è ancora Art Free.
Nessuno può vantare al momento il dato dell’unica città metropolitana d’Europa e dell’intero Occidente, ancora nel 2020, immune dall’Alta Formazione Artistica.
Vent’anni fa qualcuno mi faceva notare che venendo dal continente toglievo un posto di lavoro a un sud isolano, oggi posso dire che sto facendo di tutto per contagiare ed evitare che questo accada in futuro, ma per quanto riguarda l’arte contemporanea, mi pare non ci sia bisogno di nessuna applicazione “immuni” per evitare il contagio.
L’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino