Entra nel vivo il festival internazionale al Ard DOC film festival: due giornate intense, con l’apertura di lunedì scorso con la mostra dedicata all’artista palestinese Naji al-Ali “Handala” e le proiezioni dei film in concorso.
“I disegni di al-Ali sono pura poesia” ha detto il vignettista sardo Bepi Vigna durante la presentazione. “La vignetta, quella politica, ti mette in pericolo. Disegnare una vignetta è un atto di verità. Ogni volta che guardiamo un’opera di al-Ali dobbiamo pensare che per quella è stato assassinato”.
“Naji disegna, disegnare è vedere, vedere è capire – ha aggiunto il blogger e disegnatore Stefano Foglia “Fogliazza” durante l’incontro -. Il ruolo dell’intellettuale è stare in prima linea: al-Ali era un intellettuale, sempre al bivio tra solitudine e allineamento”. Quasi 500 le persone che hanno partecipato nei primi due giorni della versione estiva del Festival nella cornice del centro culturale Lazzaretto, una location scelta dopo il cambio di programmazione per rispettare le norme anti – Covid. “E’ straordinario come il pubblico accolga, ormai da 17 anni, questo festival con grande entusiasmo – ha detto Monica Maurer, regista tedesca e direttrice artistica del Festival -. Quest’anno il Festival, grazie alla tenacia dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, é sopravvissuto al coronavirus. Ci sono tanti nuovi volti, un pubblico diverso, incuriosito dal Festival. In Sardegna si sente una forte solidarietà verso i Palestinesi e le loro vite sotto occupazione, forse perché i sardi sono un popolo che ha avuto tante colonizzazioni e hanno sviluppato una sensibilità particolare verso tutti gli oppressi”.
Questo pomeriggio (mercoledì 19 agosto) si riprende dalle ore 17. Alle 19.30 l’esibizione-installazione a cura di May Mask Kollective “Viaggio Libero. Io, vivo-Suono io, vivo-Immagine io, vivo-Corpo“ e, a seguire,” Tour de Gaza”, alla presenza della giovane regista emergente Flavia Cappellini. Bigger Alaa, protagonista del film della Cappellini, cittadino di Gaza, era un campione di ciclismo su strada. Colpito da un soldato israeliano nel primo giorno di protesta della Grande Marcia del Ritorno, Alaa ha perso una gamba ma non si è arreso e si allena per rappresentare la Palestina alle Paralimpiadi. Giovedì 20 agosto, alle 19.30, si terrà l’incontro “Shooting Revolution”: Monica Maurer racconta al pubblico dell’al Ard Film Festival il suo straordinario progetto di raccolta e digitalizzazione del patrimonio cinematografico palestinese, con l’obiettivo di creare un archivio da mettere in rete e renderlo accessibile, in particolare sul materiale in pellicola che ha girato nei campi palestinesi dagli anni ’70 fino all ’82 che documentano il movimento di liberazione palestinese in Libano.
A seguire le proiezioni “The invisible Middle Eastern er” (Spagna, 2019) alla presenza del regista Hashim Almadani, e “Naila and the Uprising” (Usa/Palestina, 2017) di Julia Bacha.