Avrebbero dovuto contrastare il fenomeno degli incendi in Sardegna, invece appiccavano il fuoco non lontano dal territorio in cui avrebbero dovuto operare.
Due volontari di Villamar (sud Sardegna) sono stati arrestati con l’accusa di incendio boschivo doloso: Efisio Perria, 62enne barracello e Filippo Sanna, 56enne volontario dell’associazione di Protezione Civile, sono finiti ai domiciliari perché ritenuti responsabili di due roghi registrati il 21 giugno scorso nelle campagne del paese.
Gli uomini del Corpo Forestale hanno ripreso gli indagati all’interno di un veicolo proprio mentre uno dei due lanciava dal finestrino una miccia incendiaria: le fiamme avevano distrutto circa 20 ettari.
Secondo gli investigatori il movente “è complesso e si può rinvenire in connessione al perseguimento d’ingiusti benefici legati alle attività di protezione civile e di barracellato”. La misura cautelare è stata firmata dal Gip, Roberto Cau, del Tribunale di Cagliari: gli arrestati rischiano una condanna fino ai dieci anni di reclusione. Il Corpo Forestale, fa sapere che le indagini vanno avanti anche su altri episodi che si stanno verificando nella provincia del Sud Sardegna e nell’Area Metropolitana di Cagliari.
“La polizia ambientale è, infatti, indispensabile per interrompere i delitti d’incendio riducendo il numero dei roghi – si legge in una nota dei forestali – Resta imprescindibile l’attività di spegnimento che si avvale del fondamentale e apprezzato contributo delle associazioni di protezione civile e delle Compagnie barracellari. Questo grave episodio non può dunque macchiare l’operato di tante persone che offrono la propria esperienza e il proprio tempo per proteggere il territorio e la popolazione, anche a rischio della propria incolumità”.