La peste suina è superata e la Sardegna è ormai pronta a esportare di nuovo la sua carne di maiale. Il problema? Si aspetta ancora il via libera dall’Unione europea.
“Per noi la peste suina è superata – ha detto il presidente regionale della Cia, confederazione italiana agricoltori – ma stiamo ancora aspettando che il percorso burocratico abbia termine. L’ultimo focolaio registrato in un allevamento risale a metà settembre 2018 a Mamoiada, mentre l’ultima positività al virus nei cinghiali è dell’aprile 2019: dal 1978 a questa parte non si è mai registrata una così prolungata assenza della peste suina”.
La Cia sta già guardando avanti, diffondendo un vademecum su come riorganizzare i circa 14mila allevamenti sardi in vista della riapertura del mercato. “Ora più che mai – ha continuato Erbì – è necessario permettere alle nostre aziende di riprendersi dal tracollo generato dal lockdown per Covid 19. I consumi del famoso suinetto (porcetto) si sono drasticamente ridotti nei centri turistici così come è avvenuto in tutta la regione in seguito alla cancellazione di sagre, feste laiche e religiose”.
Fiducioso Martino Scanu, responsabile nazionale Cia per la suinicoltura: “A questo punto dobbiamo portare a casa la riapertura dei mercati di vendita fuori regione. Un risultato storico che potrebbe rilanciare non solo la zootecnia isolana, ma l’intera economia della Sardegna”.