La cerimonia per l’inaugurazione del ponte Genova San Giorgio, tenutasi nel pomeriggio di lunedì 3 agosto alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è cominciata con l’inno di Mameli.
Il Presidente Mattarella aveva già incontrato privatamente il Comitato dei familiari delle vittime del crollo di Ponte Morandi, che erano stati invitati a partecipare alla cerimonia di inaugurazione, ma avevano declinato la proposta perché ritenevano che l’evento prendesse un indirizzo troppo festoso. Mattarella conosciuta la situazione ha imposto una cerimonia sobria ed è nato l’incontro privato. A questo punto il Comitato ha accettato che sul ponte venissero letti i nomi dei loro familiari morti. “Ci tenevo a incontravi prima della cerimonia del Ponte per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente che la ferita non si riemargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo. E condivido la vostra scelta di vederci in prefettura e non sul ponte non perché” l’inaugurazione “non sia importante. Lo è per la città naturalmente. Ma perché quest’incontro è un’occasione raccolta, non di frastuono”, ha sottolinato il presidente della Repubblica.
Con la lettura dei nomi delle 43 vittime del ponte Morandi è entrata nel vivo la cerimonia. Subito dopo sono state suonate le note ‘silenzio’. Con il taglio del nastro tricolore, il Capo del Governo Giuseppe Conte ha inaugurato ufficialmente il ponte ‘Genova-San Giorgio”. Al momento del taglio ha partecipato anche una delegazione di operai.
“Non siamo qui per tagliare un nastro, e forse non è neanche facile abbandonarsi a intenti celebrativi. E’ ancora troppo acuto il dolore della tragedia”, ha detto Conte. “Questo Ponte ci restituisce un’immagine di forza e anche di leggerezza”, aggiunge il premier. Il Ponte di Genova “è un’opera mirabile frutto del genio italico, di una virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione locale, impresa e lavoro”.
“Il governo ha ritenuto doveroso promuovere e condurre il complesso procedimento di contestazione degli adempimenti che hanno causato il crollo del Ponte. Di recente questo procedimento si è concluso con l’accordo di ridefinire i termini della concessione, di riportare in equilibrio giuridico ed economico l’orginario rapporto concessorio, con la possibilità di garantire con più efficacia gli investimenti, di garantire maggiore sicurezza”, ha aggiunto il premier. “Stiamo lavorando per ridefinire la governance della società concessoria. Il nostro obiettivo fondamentale è stato sempre e sarà quello di tutelare l’interesse pubblico che non è stato adeguamente garantito dalla struttura regolativa della precedente concessione”, aggiunge.
“E’ un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Mi auguro che il ponte sia amato. essere amati nella tragedia non è facile, ma credo che sarà amato perché è semplice e forte come Genova”. Lo ha detto l’architetto Renzo Piano, padre del nuovo viadotto di Genova.
“E’ un ponte di luce, da qui chi viene dal Nord vede la luce che arriva dal mare. Penso al poeta Girgio Caproni che definisce ‘Genova di ferro e di vento”. Vorrei che questo ponte venisse visto così, forgiato nel vento”. Piano, con voce commossa, ha aggiunto: “Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte e chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla: la perla è la riconoscenza”. L’architetto ha aggiunto: Qui siamo sospesi tra tragedia e orgoglio e riconoscenza, ma non parliamo di miracolo, qui è successa una cosa bella per il Paese. Costruire è una magia, i muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo, è un gesto di pace. Anche questo cantiere è magia, un cantiere su cui in cui su tutto prevalgono solidarietà, passione, amore”. Piano ha concluso dicendo: “Ora il ponte è vostro, lunga vita al ponte.