Figura anche l’epidemia colposa, oltre a peculato e turbata libertà del procedimento, tra le ipotesi di reato sulle quali sta indagando la Procura della Repubblica di Pavia in merito all’accordo tra il Policlinico San Matteo e la Diasorin per l’effettuazione dei test sierologici per la diagnosi da Covid-19. A darne notizia è oggi il quotidiano “La Provincia pavese”.

I magistrati stanno cercando di capire se la partenza solo a fine aprile dei test possa aver contribuito al mancato contenimento della diffusione del Coronavirus. In particolare si sta facendo luce sul periodo compreso tra il 23 marzo (data in cui venne sottoscritto l’accordo tra il San Matteo e la società piemontese) e il 17 aprile, giorno in cui arrivò l’autorizzazione al marchio CE indispensabile per effettuare i test sierologici. Sono 8 gli indagati dalla Procura di Pavia: l’avviso di garanzia è giunto nei giorni scorsi ai vertici del San Matteo e della Diasorin.