E’ stato fermato il presunto assassino di Fulvio Dolfi, l’uomo accoltellato nella sua casa a Firenze e il cui corpo è stato scoperto il 16 luglio scorso dopo che una donna, che vive sempre nello stesso immobile aveva fatto una segnalazione.
Il sospetto colpevole del terribile gesto è un vicino di casa della vittima, un 74enne originario di Cagliari, Bernardino Lai, rintracciato lo scorso 24 luglio: all’uomo è stato contestato il reato di omicidio aggravato dall’aver commesso il fatto con crudeltà l’accusa contestata, ma il fermo è stato reso noto solo oggi, dopo che il gip ha convalidato il provvedimento e disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
Secondo quanto spiegato dalla polizia, dalla perquisizione dell’immobile dove si trova l’abitazione della vittima, sarebbero emerse tracce di sangue nell’appartamento del 74enne, situato al piano di sotto di quello di Dolfi. Tra gli altri elementi, si spiega, anche il rinvenimento di un coltello. In occasione di questi accertamenti Lai non era presente: secondo quanto ricostruito il 74enne era andato in Sardegna per poi fare rientro: è stato allora che è stato fermato. L’anziano avrebbe ancor avuto “evidenti segni di lotta sul corpo”: tracce ematiche non appartenenti alla vittima era state trovate sul luogo del delitto.
Al momento è sconosciuto il movente dell’omicidio: il 74enne, ex carpentiere, in un lontano passato qualche segnalazione non per fatti gravi alle forze dell’ordine, non avrebbe deotto nulla agli inquinrenti. “Il movente in questo momento non è ancora chiaro – ha spiegato in conferenza stampa Antonino De Santis dirigente della squadra mobile di Firenze – stiamo scandagliando una serie di questioni e primariamente la vicenda dei rapporti del Lai con il Dolfi e del Dolfi con i suoi vicini di casa”. Parlando di Lai De Santis ha poi aggiunto: “E’ un uomo che apparentemente non incute timore fisicamente non imponente, ma agile”.
Per la polizia a carico di Lai c’è “un quadro indiziario pesante”. Gli elementi a suo carico, ha spiegato De Santis, “sono sicuramente incentrati sulle tracce ematiche trovate nell’appartamento della vittima e nel suo appartamento, però c’è un quadro indiziario variegato che tiene conto anche del fatto che lui si sia allontanato dalla città e che abbia una ferita di arma da taglio compatibile con l’aggressione”. Il 14 luglio inoltre, due giorni prima del ritrovamento del cadavere di Dolfi che secondo gli accertamenti sarebbe avvenuto tra il 12 e il 13 luglio, Lai risulta essersi presentato al pronto soccorso dI Santa Maria Nuova per una ferita da taglio alla mano destra. Ai medici avrebbe raccontato di essersi fatto male in un incidente domestico avvenuto due giorni prima. “Le immagini registrate dalle telecamere stradali – ha detto De Santis – ci restituiscono l’immagine di Dolfi in vita alle 14.29 di domenica 12 luglio” e dell’analisi del telefono cellulare di Dolfi” emerge “che alle 12.22 del giorno successivo ha ricevuto una telefonata dal figlio alla quale non ha risposto”. In più ci sono “le dichiarazioni di una vicina di casa che dice di aver sentito in un orario notturno del trambusto che noi ricolleghiamo in via presuntiva alla colluttazione”.