Manca poco più di un mese all’avvio del prossimo anno scolastico e si rischia il collasso nella scuola sarda dove si contano 6mila precari e la pandemia da covid-19 che ha aggravato una situazione scolastica già difficile nel passato. Lo denuncia una delegazione, (composta dai professori Diego Palma, Maria Paola Racca e Alessandra Manca), dell’Associazione nazionale Docenti per i Diritti dei lavoratori ricevuta in Consiglio Regionale da alcuni capigruppo e consiglieri  Francesco Mura (F.d.I), Pietro Comandini (PD), Eugenio  Lai (LEU), Michele Ciusa (M5S) e Laura Caddeo (Progressisti).

L’ESERCITO DEI PRECARI “In Sardegna – denuncia il docente Diego Palma –  i docenti precari storici sono circa 6000 e molte delle cattedre vacanti su territorio regionale verranno assegnate a docenti provenienti da altre Regioni. Questo in virtù del Decreto Ministeriale n. 25 dell’8/06/2020 che regolamenta la nuova procedura di assunzione denominata “call veloce”. Con questa modalità  chiunque si trovi in una graduatoria di una qualsiasi Regione, potrà venire ad assumere un ruolo o anche una supplenza annuale in Sardegna, erodendo di fatto i posti attualmente occupati dai docenti precari residenti nell’Isola. Si prospetta una sostituzione dei docenti sardi con conseguenze  sul piano sociale, economico e culturale in una terra già gravata dalla disoccupazione. Si perderebbero docenti capaci di trasferire nella scuola le conoscenze storiche e linguistiche del territorio”.

LA REGIONE L’incontro con la delegazione dei docenti ha evidenziato la volontà unanime dei Consiglieri della Regione Sardegna di creare le condizioni per una soluzione al problema precariato. Dopo alcune ore di colloquio, si è portata avanti l’idea di presentare una “risoluzione” in Consiglio Regionale affinché si deliberi per l’attivazione di un ‘Percorso Formativo Attivo’ (PFA) Abilitante per i docenti sardi e si proceda alla richiesta di blindare i posti disponibili che per Decreto saranno assegnati a docenti provenienti da altre Regioni. Una disposizione che rischia di lasciare a casa docenti che da anni lavorano in Sardegna.

LA DENUNCIA. La situazione di pandemia da covid-19 ha aggravato una situazione scolastica già difficile nel passato, ma che oggi rischia il collasso. “Il Ministero, nel tentativo di risolvere questa prospettiva così negativa – conclude Diego Palma – ha pensato di bandire 3 concorsi per il ruolo (ordinario per infanzia e primaria, ordinario per la secondaria, procedura abilitante per la secondaria e concorso straordinario per il ruolo per la secondaria) che prevedono le assunzioni di soli 80000 potenziali vincitori nell’arco di quattro anni, a fronte di un fabbisogno di circa 155000 docenti, numero così elevato perché legato ai pensionamenti 2020. Dunque, i numeri ci indicano chiaramente che decine di migliaia di posti in organico di diritto verranno occupati dal personale docente precario a tempo determinato. L’ipotetico rientro in classe previsto dall’attuale Ministra, il 14 settembre  vedrà esplodere in tutta la loro portata i gravi problemi che la scuola pubblica si porta dietro da troppi anni”.